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Emergenza energia, dall'Europa fumata nera sul price cap

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Nessun accordo sul price cap in Europa. Il Consiglio straordinario Energia si è concluso senza un accordo sul price cap al gas «ma sono stati fatti moderati progressi». Lo riferisce una fonte diplomatica Ue. «Rimane la definizione delle soglie - spiega la fonte - rimandata al Consiglio Energia del 19 dicembre dove, in caso di accordo, saranno approvati anche gli altri regolamenti». «Sull’estensione ad altri hub sarà necessario il parere di Acer ed Esma», aggiunge. L’intesa, insomma, è ancora lontana. Ma la commissione Ue lavora per avvicinare le posizioni e arrivare a un compromesso. L’Italia chiede di trovare un accordo, che sia di alto profilo. L’intesa sul price cap è l’obiettivo della riunione del Consiglio energia: riuscire a limitare i prezzi elevati del gas - avverte la commissaria Ue Kadri Simson - «non sarà facile poiché dobbiamo bilanciare benefici e rischi, e perché gli Stati membri hanno punti di vista molto diversi e preoccupazioni molto diverse».

 

 

 

Secondo una fonte diplomatica Ue, le posizioni degli Stati membri «sono ancora distanti specie sull’obiettivo del regolamento, per i rischi che il meccanismo potrebbe comportare sui mercati finanziari». «È ormai la maggioranza degli Stati membri a chiedere un tetto dinamico al prezzo del gas - rileva la premier Giorgia Meloni - è certo che andare in ordine sparso di fronte a questa sfida epocale, pensando che chi è più forte economicamente possa salvarsi se necessario a scapito degli altri, non solo sarebbe un’illusione ma tradirebbe la realtà di un’Europa molto diversa da quella decantata in questi anni».

Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, avverte che il governo è «impegnato in prima fila perché l’Ue faccia quello che non ha fatto per 6 mesi», causando quella speculazione che «ha consentito ad alcuni di guadagnare tanto, e ad alcuni Paesi di avvantaggiare le proprie imprese». Sul tetto al prezzo del gas sono «convinto che serva un accordo di alto profilo che corrisponde agli interessi reali concreti delle famiglie europee, e quindi anche dell’impresa». Poi, Simson invita alla mediazione: «Poiché dobbiamo raggiungere un accordo, tutti devono mostrare una certa flessibilità e tutti devono essere in grado di proporre compromessi. Mi aspetto dai ministri discussioni molto costruttive per arrivare a una soluzione con il più ampio sostegno possibile».

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