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Guerra in Ucraina, i russi hanno mollato Putin? Cosa dicono davvero sondaggi

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Luca De Lellis
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Se ci si ferma a riflettere, può apparire paradossale. Come fa il popolo russo – stando ai sondaggi giunti sulle scrivanie governative del Cremlino e riportati dal “Corriere della Sera” – a confermare la fiducia Vladimir Putin, se poi il desiderio della maggior parte delle persone resta quello di firmare negoziati di pace che porrebbero fine al conflitto? Anche perché, ora come ora, l’ultimo "zar" sembra procedere verso una sola direzione, almeno finché sul fronte occidentale si smetterà di pensare a una resa incondizionata dei russi. Ad ogni modo, nel mese di novembre, secondo le stime di un sondaggio citato dal quotidiano, il 79% degli intervistati ha espresso il suo consenso nei confronti di Putin. Seppur inferiore all’84% di giugno, la fiducia di 4 persone su 5 si traduce in un dato incontrovertibile: il leader è ancora lontano dall’essere abbandonato. E se questo non fosse sufficiente, la controprova è che alla richiesta di citare l’uomo politico che suscita maggior sicurezza, il 39% del campione ha fatto il suo nome. A distanza abissale figurano l’attuale primo ministro Mikhail Mishustin, al 17%, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov e quello della Difesa Sergey Shoigu, rispettivamente al 14 e al 12%.

 

È vero, il campione utilizzato dai sondaggi è significativo il giusto. Duemila intervistati su una popolazione sconfinata di 143 milioni di abitanti. Però una valenza questi risultati ce l’hanno, se non altro perché quasi analoghi a quelli ottenuti dal Levada Center, tra gli ultimi baluardi non governativi, quindi indipendenti, che compie ricerche sociologiche a Mosca. «La popolarità di Putin, stabile ormai da vent'anni, dimostra anche come nella politica del nostro Paese non esistano al momento figure di statura confrontabile», ha ribadito entusiasta il direttore del Centro statale di ricerche umanistiche, Marat Mardanov.

 

Al contempo però, e qui giace il paradosso, la gente russa si dichiara ormai provata dalla guerra contro Volodymyr Zelensky. Alla domanda del Levada Center, «Lei è preoccupato per gli avvenimenti correnti in Ucraina?» il 42 % ha risposto «molto», il 38 % «piuttosto», e solo il 7% si giudica sereno. La preoccupazione è latente, l’incomprensione sulla strategia militare di Putin è sempre più marcata. Denis Volkov, direttore del Levada Center, sostiene che il numero dei favorevoli ai colloqui di pace è salito da zero ai numeri attuali dopo l'avvio della mobilitazione parziale. «Adesso si sente una incertezza, una minaccia non solo militare, ma economica. E cresce il desiderio di una fine veloce». Resta da vedere cosa la spunterà. La fiducia sconfinata in Putin o la voglia di tornare alla quiete. Uno dei due dati appare destinato a crollare, a meno di un drastico cambio di rotta dello zar. 

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