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Chi sarebbe il successore di Putin, come può finire la guerra dopo lo Zar

Giada Oricchio
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La guerra in Ucraina, le mosse segrete di Vladimir Putin sulla successione e lo spettro dell’atomica: parla Philip Short, autore della biografia “Putin. Una vita, il suo tempo”. In un’intervista al “Corriere della Sera”, l’ex corrispondente della Bbc da Mosca e Washington ha spiazzato tutti: “Non escluderei del tutto che Vladimir Putin nella seconda metà del prossimo anno tiri fuori una sorpresa e compia una piroetta politica, facendo posto a un successore come mezzo per facilitare una soluzione in Ucraina. (…). L’elezione presidenziale del 2024 non sarebbe comunque facile per lui, con tutto quello che sta succedendo. Il sostegno dei russi non è molto attivo”.

Il potere del leader del Cremlino è ancora molto solido sul fronte interno grazie al perenne stato di rivalità fra le diverse fazioni. Diverso è il discorso sul fronte estero: “Ai Paesi dell’Asia centrale non piace quanto accade in Ucraina, c’è l’implicita preoccupazione che possa succedere anche a loro, ricordo che esiste una forte diaspora russa in Kazakhstan per esempio” ha dichiarato Short prima di aprire a uno spiraglio di pace: “Se Putin è veramente interessato alla pace? Si, ma nei suoi termini. Non vuole una guerra permanente. E penso che alla fine ci sarà se non una pace, almeno un armistizio. (…). Difficile che le forze ucraine riescano a cacciare i russi completamente fuori dal loro territorio, così com’è difficile che la Russia prenda il controllo dell’intera Ucraina. Ci vorrà un accordo e se fosse qualcosa che Putin può vendere come un successo, lo farebbe. (…). Non sarei sorpreso se a qualche punto del 2023 ci fosse un serio tentativo di concludere un armistizio. La guerra non può durare all’infinito, entrambi le parti saranno sfinite”.

L’uso delle armi tattiche nucleari, più volte minacciato da Mosca, è un rischio reale? “Il bluff di Putin è molto più utile del loro uso. Finora è stato efficace, la Nato è stata attenta a evitare ogni atto che potesse portarla a un conflitto diretto con la Russia – ha evidenziato lo scrittore -. Ma l’uso è pensabile solo come risorsa di ultima istanza. Posso immaginare che se ci fosse la minaccia reale di perdere la Crimea, per Putin l’opzione nucleare sarebbe sul tavolo. La Crimea è una linea rossa, una sua ossessione dagli Anni Novanta. Se la Crimea fosse a rischio di essere ripresa dagli ucraini, anche la posizione interna di Putin sarebbe in pericolo”.

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