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Guerra Ucraina Russia, Putin dice sì al Papa: "Favorevole alla mediazione del Vaticano"

Giada Oricchio
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“Il Vaticano a disposizione per un incontro tra Russia e Ucraina”. Monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, tende un ramoscello d’ulivo per uscire dall’empasse della guerra in Ucraina.

In un’intervista a “Il Giornale”, il ministro degli Esteri del Vaticano tiene aperte le porte al dialogo: “La Santa Sede e il Papa in persona sono sempre stati disponibili dall'inizio della guerra ma finora non c'è stata una risposta concreta. (…). Se fosse opportuno e necessario offrire gli spazi del Vaticano, come abbiamo fatto anche nel passato, credo che il Santo Padre accoglierebbe molto positivamente questa idea, se la domanda arrivasse dalle due parti, con tutte le buone intenzioni e con uno spirito di ricerca della pace, del dialogo e soprattutto se c'è la volontà di mettere fine a questa terribile guerra”.

Nonostante ciò, monsignor Gallagher ha dovuto ammettere che il presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, è rimasto sordo agli appelli del Papa: “I rapporti con il Cremlino oggi? Manteniamo i normali rapporti diplomatici e dobbiamo dire che funzionano, anche soprattutto nel caso dello scambio dei prigionieri. (…). Però oltre a questo non c'è stato un granché con Mosca. C'è stato più scambio con le autorità ucraine negli ultimi tempi”.

Per il Segretario, “c'è sempre tempo per la pace però il dialogo, il negoziato richiede molto coraggio! (…).Credo che i potenti ascoltino il Papa ma decidono di non reagire e non accogliere il messaggio fino in fondo. Ci sono tanti interessi in campo, tante posizioni, tante intransigenze”. Come ad esempio i Paesi che stanno lucrando su questa terribile invasione grazie al commercio di armi: “Evidentemente qualcuno guadagna, ci sono Paesi che ospitano le fabbriche delle armi. Noi non contestiamo la giusta difesa di fronte all'aggressione, però bisogna mantenere questo difficile equilibrio di proporzione delle armi. Immense somme dedicate alle armi vengono sottratte ad altro: c'è una crisi alimentare, la crisi del grano, la crisi economica in molti Paesi”. 

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