Missile in Polonia, Biden furioso con Zelensky per le accuse affrettate
La telefonata è arrivata alle 3 del mattino di Bali, per avvertirli di un'emergenza non rimandabile. E la notte è stata lunghissima. Il missile russo esploso in territorio polacco è arrivato metaforicamente anche in Indonesia, dopo la giornata di riunioni del G20. L'attacco è avvenuto intorno alle 3.40 del pomeriggio locale, un potenziale attacco di Mosca in territorio Nato, che in base all'articolo 5 obbligherebbe l'Alleanza a reagire difendendo un proprio membro assalito. La possibile causa della Terza guerra mondiale.
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Come si legge su Repubblica, in quelle stesse ore il capo della Cia Burns era a Kiev per discutere i contatti avuti con i russi. Una foto diffusa dalla Casa Bianca ha mostrato Biden in maniche di maglietta, che osservava uno smartphone insieme al consigliere Jake Sullivan. Seduto vicino a loro c'era il segretario di Stato Blinken.
Qualcuno più tardi riferirà che il presidente degli Stati Uniti era infuriato col presidente ucraino Zelensky, perché ha subito denunciato il "terrorismo missilistico della Russia", dopo una giornata di pesanti attacchi lanciati da Mosca contro le città del suo Paese. La Polonia ha messo le forze armate in stato di massima allerta, e i baltici come Estonia e Lettonia si sono subito accodate nella denuncia del Cremlino. Il Pentagono ha confermato l'impegno a difendere ogni centimetro di territorio Nato, ma invitando alla prudenza, perché le circostanze dell'attacco non erano chiare. Qualcuno in posizione di potere ha addirittura rivelato di aver ricevuto l'indicazione di sostenere la teoria dell'incidente, a prescindere.
Poi però si è scoperto altro. L'indagine sul terreno l'hanno guidata i polacchi, aiutati dagli americani. Biden ha chiamato il presidente Duda, porgendo le condoglianze ed offrendo aiuto per capire cosa è successo. Il segretario della Nato Stoltenberg ha fatto altrettanto. Allo stesso tempo Blinken ha chiamato il collega di Kiev, per invitarlo alla prudenza e non diffondere conclusioni affrettate. I militari e l'intelligence Usa hanno esaminato i resti del missile per capire la sua origine, e la possibile traiettoria.
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All'alba il capo della Casa Bianca ha chiesto ai colleghi del G7 presenti a Bali di partecipare ad una riunione d'emergenza per discutere la crisi. Poco prima delle 10 ha dichiarato ai giornalisti: "È improbabile, viste le linee della traiettoria, che il missile sia stato lanciato dalla Russia". L'ipotesi di un incidente ha preso il sopravvento pian piano, quindi non è stata Mosca a prendere di mira la Polonia, ma le regioni ucraine di confine. Le forze di Kiev hanno risposto con le proprie difese aeree, e un loro S-300 di fabbricazione russa ha mancato il bersaglio finendo oltre la frontiera. Oppure lo ha centrato, ricadendo però in territorio polacco. Un tragico incidente, insomma. Non un attacco deliberato, che avrebbe potuto obbligare la Nato a intervenire.
Il mondo ha iniziato così a tirare un sospiro di sollievo, il Cremlino ha elogiato la prudenza adottata da Biden, ma Zelensky non si è rassegnato ripetendo che il missile caduto a Przewodov non era suo. La Casa Bianca allora ha pubblicato una nota, per ribadire che ha piena fiducia nell'inchiesta dei polacchi, però gli ucraini non hanno colpe perché devono difendersi. Il capo del Pentagono Austin ha confermato: "Non ci sono elementi che contraddicono questo risultato dell'indagine". Il caso sembra chiuso. Fino alla prossima puntata.