Guerra Ucraina, scontro tra Biden e il Pentagono sulla trattativa con la Russia
"Kherson è nostra". Così ha esultato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella giornata che ha sancito il ritorno della città in mano ucraina. Una "giornata storica" secondo Zelensky, che la "gente di Kherson stava aspettando". "Non hanno mai rinunciato all'Ucraina. La speranza per l'Ucraina è sempre giustificata e l'Ucraina restituisce sempre la propria", ha commentato ancora il presidente ucraino.
Kiev fa festa, dunque, mentre il ritiro da Kherson non è stato visto come una "umiliazione" per la Russia. Lo ha fatto sapere il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha ribadito come la regione di Kherson resta "territorio russo" dopo l'annessione dei territori ucraini.
Continua a restare motivo di discussione, poi, la possibilità di una soluzione negoziale tra Mosca e Kiev. Zelensky e i suoi hanno, fino ad ora, respinto ogni apertura al dialogo, sostenendo che da Mosca sono arrivati solo ultimatum inaccettabili. Il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, ha ribadito la volontà della Russia per un "dialogo senza precondizioni" che potrebbe coinvolgere anche gli Stati Uniti. P
Proprio dagli Usa, arriva però la notizia di una "divisione" nell'amministrazione Biden per quanto concerne i negoziati. Secondo il New York Times, il generale Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff, ha sollecitato una soluzione diplomatica, ritenendo che ci siano le condizioni per una trattativa di Kiev con Mosca, visto anche l’alto numero di perdite (100 mila tra morti e feriti in entrambi gli schieramenti). Il presidente Biden non avrebbe gradito ripetendo che spetta all'Ucraina decidere. Alcuni funzionari inoltre restano scettici perché ritengono che, invece, Ucraina e Russia non siano ancora pronte per una negoziazione. Inoltre, questi funzionari si sono detti preoccupati dal fatto che una possibile pausa del conflitto, darebbe unicamente la possibilità a Putin di riorganizzarsi.