Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Guerra in Ucraina, ora la Russia accusa Londra: Putin furibondo con gli inglesi

Luigi Frasca
  • a
  • a
  • a

Mosca è tornata ad accusare il Regno Unito per gli attacchi alla flotta della Marina russa a Sebastopoli, oltre che per il sabotaggio al gasdotto Nord Stream. Già subito dopo l'attacco alle navi russe a Sebastopoli sabato scorso, il ministero della Difesa russo aveva parlato di «esperti britannici» che avevano addestrato le truppe ucraine all'utilizzo di droni marini e aerei per colpire la flotta di Mosca. Sempre secondo la Difesa russa, nel caso del Nord Stream, c'era stato un coinvolgimento diretto di Londra. Il ministero della Difesa britannico aveva definito «ridicole» le accuse russe, ma la Russia è tornata all'attacco. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha parlato di «prove» raccolte dai «servizi speciali» russi, che testimoniano il coinvolgimento di «consulenti militari britannici» negli attacchi alla flotta russa nel Mar Nero. Prove che confermerebbero anche che «il Regno Unito è coinvolto nel sabotaggio di infrastrutture energetiche vitali», ha aggiunto Peskov, con riferimento al gasdotto Nord Stream. Ancora una volta, Londra ha respinto ogni accusa. «Non ci faremo distrarre, dalle dichiarazioni di Mosca che fanno parte del copione russo», ha affermato un portavoce del premier britannico, Rishi Sunak, aggiungendo che il Regno Unito continuerà a fornire sostegno all'Ucraina perché la Russia «perda questa guerra illegale».

 

 

Londra ha poi puntato il dito contro l'Iran, colpevole di aver fornito droni kamikaze alla Russia. Secondo il ministero degli Esteri britannico sarebbe stato un funzionario di Mosca, durante una trasmissione televisiva russa, a parlare dell'utilizzo di droni iraniani per l'attacco a obiettivi civili in Ucraina. Prosegue poi lo stallo sull'accordo del grano. La rappresentanza delle Nazioni Unite presso il Centro di coordinamento congiunto di Istanbul ha comunicato che oggi non ci saranno movimenti di navi lungo il «corridoio del grano». Questo in attesa che la Russia decida se riprendere gli accordi, sospesi dopo l'attacco alle navi di Mosca a Sebastopoli. Il presidente russo Vladimir Putin, a colloquio con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che un ritorno di Mosca all'accordo è possibile solo dopo un'indagine sull'attacco di Sebastopoli e solo se Kiev garantirà la sicurezza del corridoi del grano. Erdogan, da parte sua, si è detto fiducioso, sperando che lo sblocco della situazione possa essere utile anche per tornare al tavolo dei negoziati per porre fine alla guerra.

 

 

Anche il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha avuto un colloquio con il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu, dove si è discussa la situazione dell'accordo sull'export del grano dai porti ucraini. Intanto dall'ambasciata russa in Italia è arrivata una precisazione sulle parole dell'ambasciatore Sergey Razov, in occasione dell'intervista all'emittente Oval media. Inizialmente, sembrava che Razov si fosse riferito alla presenza di «uomini» inviati dall'Italia in Ucraina. Razov, ha precisato l'ambasciata, si è riferito solo alla possibile presenza di «cannoni italiani» nel Donbass.

 

Dai blog