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Cavi in fibra ottica tranciati, giallo negli abissi europei: l'ipotesi del sabotaggio russo

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Garantivano le comunicazioni tra Scozia, Norvegia e il resto d'Europa

Christian Campigli
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Il lato oscuro di un conflitto ben lontano dal potersi definire concluso. Una spy story dai contorni ancora poco chiari. Che apre però a scenari dannatamente complicati ed estremamente pericolosi. E riporta alla mente gli straordinari e intricati romanzi di John Le Carrè, Ian Fleming e Ken Follett. «Due cavi in fibra ottica danneggiati sul fondale del Mare del Nord, tre nel Golfo di Marsiglia: a quanto sembra il confronto nella quinta dimensione tra Russia e Occidente, inaspritosi con l'invasione dell'Ucraina, sta debordando nel mondo reale.

 

I problemi di connessione e di telefonia che da giorni isolano gli abitanti delle Far Oer e delle Shetland e affliggono l'Europa meridionale con ripercussioni globali verranno presto risolti con la riparazione dei cavi, ma pongono un serio problema sulla difesa attiva di infrastrutture critiche vitali per il funzionamento del web. La quinta dimensione, quella del cyberspace e digitale, diventa vittima attraverso la fisicità dei cavi». Parole allarmanti, quelle pronunciate da Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan, polo italiano della cybersicurezza del Gruppo Tinexta, che ieri ha commentato le notizie riportate dalla BBC e Canada Today riguardo il tranciamento di due cavi in fibra ottica sottomarini che collegano la Scozia alle isole Far Oer e alle Shetland e di tre cavi in fibra ottica posati sui fondali del Golfo di Marsiglia che collegano la città portuale francese con Barcellona, Lione e Milano.

 

«Se il governo scozzese per ora imputa i danni alle attività di navi da pesca di altura, pur riconoscendo la singolarità che un simile evento colpisca contemporaneamente due cavi, Canada Today parla apertamente di sottomarini russi - prosegue Iezzi - Questo incidente avvenuto, dopo i danni al gasdotto North stream e alla rete ferroviaria tedesca - conclude il Ceo di Swascan - solleva nuovamente l'importanza del mondo cavi, che diventa l'elemento di interconnessione delle 5 dimensioni. Questo tema è particolarmente importante per l'Italia, che costituisce anche fisicamente una importante dorsale nel bacino mediterraneo. Viviamo in un mondo di nodi connessi dalle reti: nel tempo ci siamo concentrati a tutelare i nodi, dimenticandoci di proteggere e tutelare gli archi di connessione».

 

Durante la campagna elettorale, tra i vari punti messi al centro del dibattito dal futuro Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, vi era anche il mantenimento della proprietà statale dei cavi della Telecom. Una scelta inizialmente bollata come un eccesso di nazionalismo, giudicato da molti, anche tra gli economisti più attenti, c o m e un'idea de modé. In realtà quella proposta non sottintendeva la difesa del lavoro o dell'italianità di una grande azienda. Vi era, al centro di quella valutazione, la consapevolezza che, attraverso il controllo dei cavi, vi è la possibilità di deviare, ascoltare o rendere meno veloci le comunicazioni. Di avere accesso, in poche parole, ad informazioni riservate. «La vulnerabilità dei cavi sottomarini può mettere a rischio la nostra economia ed il modo di vivere. I sottomarini della Russia hanno intensificato la loro attività intorno ai cavi dati nel Nord Atlantico - denunciava nel lontano 2017 il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg - Siamo dinanzi ad un atteggiamento navale aggressivo che ha spinto la Nato a riaprire un comando dell'era della Guerra Fredda». Una previsione nefasta, che oggi si rivela drammaticamente vera ed attuale.

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