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Assalto a Capitol Hill, Steve Bannon condannato: "Oltraggio al Congresso"

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 "Rispetto il giudice e la sentenza. Ora faremo un vigoroso processo di appello. Ho un ottimo team legale e ci saranno più aree di ricorso". Steve Bannon, già stratega dell’ex presidente Donald Trump, commenta così la condanna a quattro mesi di carcere per non aver risposto a una citazione del comitato della Camera che indaga sull’insurrezione del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati Uniti e per essersi rifiutato di fornire documenti. Il guru della destra americana, e non solo, è stato condannato a quattro mesi per oltraggio al Congresso. Il giudice Carl Nichols ha stabilito che Bannon non dovrà scontare la pena fino a quando non sarà completato il processo di appello.

 

L’accusa aveva chiesto 6 mesi di detenzione e 200mila dollari di multa, mentre il giudice ha imposto una multa di 6.500 dollari, e una pena detentiva minore, anche se superiore alla minimo obbligatorio di un mese per questo tipo di reato che raramente viene perseguito. Se Bannon alla fine verrà effettivamente mandato in prigione, sarà la prima persona a scontare una pena detentiva per aver sfidato un mandato del Congresso in oltre mezzo secolo.

 

Non è stata invece assolutamente accolta la linea della difesa, che contestava che vi fosse una sentenza minima obbligatoria e che Bannon "non ha nulla di cui scusarsi", come ha detto l’avvocato David Schoen perché "non c’è nulla da punire" visto che non avrebbe fatto altro che difendere i valori e le istituzioni americane. La difesa ha anche proposto la linea secondo cui Bannon - avendo lavorato per la Casa Bianca per meno di anno all’inizio dell’amministrazione Trump - sarebbe stato protetto ancora dal privilegio esecutivo. Di parere contrario il giudice Nichols, che - come aggravante - ha sottolineato che Bannon "non ha mostrato nessun rimorso" per il suo atteggiamento nei confronti del Congresso, definendo "grave" che non abbia voluto collaborare con l’inchiesta della Camera per fare luce sui fatti del 6 gennaio.

 

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