Igor Girkin, l'uomo più odiato dagli ucraini (e da Putin) torna a combattere
Il superfalco anti-Ucraina confinato in casa con un'accusa pesante. Cambia il vento in Russia, dove il Roskomndazor, l'ente statale che vigila sulle comunicazioni di massa, ha accusato dieci blogger e e corrispondenti dal fronte di "aver gettato discredito sulle Forze armate russe". Tra questi Igor Girkin, agente segreto, combattente e blogger tra i più temuti tanto da Volodymyr Zelensky quanto da Vladimir Putin. Infatti da qualche tempo la galassia ultranazionalista russa sta subendo censure e inchieste. La propaganda della "guerra totale" ora evidentemente non serve.
Video su questo argomentoPutin manda le truppe in Bielorussia: risposta alla Nato, si infiamma il confine con l'Ue
"In tanti mi vogliono morto. E poi resto pur sempre un ufficiale dei Servizi segreti in congedo" dice Girkin al Corriere della sera. "Non ho mai nascosto il mio disaccordo verso l'operato di alcuni nostri governanti, compreso il presidente. Ma per me, la difesa di Madre Russia è l'unica ragione di vita. L'Ucraina è il nostro nemico mortale. E come tale va annientata in modo definitivo. Sono otto anni che lo ripeto", dice l'uomo con il nome di battaglia Strelkov, che significa "fuciliere". "È il secondo russo più odiato dagli ucraini" si legge nell'articolo.
"Così ci portate in guerra" Capuozzo travolge Caprarica: strategia folle sull'Ucraina
Nel suo curriculum diverse guerre, in Transnistria, Bosnia Cecenia. Nel 2014 combatte con la sua milizia privata nel Donbass. "In due settimane uccise, saccheggiò, prese d'assedio la città di Sloviansk. La sua brutalità provocò la reazione immediata di Kiev, che convinse la Russia a entrare nel conflitto. «Senza di me, non sarebbe successo nulla». Fu il suo momento di gloria", ricorda il Corriere.
Strage di volontari per l'Ucraina, attentato nel centro militare russo
La parabola della gloria è durata pochissimo, Girkin cadde presto in disgrazia e si buttò sulla comunicazione. Il suo ultimo post è un violento attacco a Evgenij Prighozin, il capo delle Brigate Wagner. "Ignoro le intenzioni del Cremlino. Ma so che questo conflitto si concluderà con una completa vittoria della Russia, oppure con la sua disfatta. Altre ipotesi non ci sono". Le ultime informazioni sono una foto pubblicata dalla moglie sui social e la notizia, data da ex commilitoni, che nonostante i provvedimenti giudiziari stia tornando in Ucraina per combattere con un battaglione di volontari.
Russia e Ucraina "sono in guerra dal 2015", lo dice la Cassazione. Il caso delle richieste di asilo