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Ucraina, Putin tentato dall'atomica. Caracciolo: la frase rivelatrice sullo Zar

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Dopo otto mesi di guerra, "la Russia è spalle al muro" e la "follia nucleare" appare una minaccia concreta. Lucio Caracciolo, direttore di Limes e giornalista esperto di geopolitica, analizza il delicato punto di rottura a cui si avvicina la guerra in Ucraina. Il presidente Vladimir Putin è messo davanti alla realtà del campo di battaglia. Le avanguardie nel Donbass sono state "messe in rotta dalla controffensiva ucraina di settembre-ottobre, che ha svelato al mondo quanta cartapesta mascherasse la decadente facciata dell'esercito russo", spiega Caracciolo in un'analisi pubblicata da La Stampa. Il giornalista raccoglie il virgolettato velenoso di un ministro della Difesa atlantico sui carri armati abbandonati dai russi in fuga: "Questa è la più grande donazione all'Ucraina dall'inizio della guerra".

 

Il fatto è che "Putin cerca disperatamente di dare senso a una guerra che per la Russia non ne ha mai avuto". Qualsiasi pace si possa concepire al Cremlino, la Federazione sarà "molto più debole di quanto fosse il 23 febbraio di quest'anno". La vittoria appare oggi "impossibile", di qui la "tentazione della derapata nucleare: se non posso vincere, nessun altro lo potrà". Per noi è una "follia", argomenta Caracciolo. Non per lo Zar che nel 2018 si chiese "quale senso avesse mai il mondo senza Russia". 

 

La propaganda del Cremlino insiste con la litania di un'operazione militare speciale causata dall'"Occidente collettivo". Un paradosso. In aggiunta le regione annesse unilateralmente da Mosca con i referendum farsa  non sono pienamente nelle mani dell'esercito russo. Tutt'altro. "Rappresentazione d'un fallimento che potrebbe sfociare nella liquidazione del presidente e forse dello Stato di cui si concepiva amministratore a vita. O nella guerra atomica che Putin scatenerebbe per impedirlo. Spettro che il Cremlino evoca nella speranza che la Casa Bianca accetti di negoziare un compromesso altrimenti improbabile", è il ragionamento del direttore di Limes. 

 

La minaccia nucleare. "Una volta tolta la sicura all'arma atomica, a Putin conviene fare il pazzo. Come minimo, ci lascia in tormentosa incertezza. Vuole dividere i nemici fra chi pare disposto ad andare fino in fondo" e chi "preferirebbe farla finita quasi a qualsiasi prezzo sulla pelle degli ucraini ma non osa confessarlo". L'Occidente è sempre al bivio. Per Caracciolo "urge affrancarci dalla marcia della follia". Il "primo passo, tregua in Ucraina. Condizione insufficiente e necessaria della pace che molto dopo verrà". 

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