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La Corea del Nord mette paura al mondo intero: test di due missili da crociera a lungo raggio

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Nuovo test missilistico della Corea del Nord. Pyongyang ha lanciato due missili strategici, missili da crociera a lungo raggio, colpendo un obiettivo a 2.000 chilometri di distanza. Il leader Kim Jong Un ha supervisionato il lancio: le armi erano equipaggiate per veicolare armi nucleari tattiche ed erano già state schierate nelle unità dell’esercito nordcoreano. Il regime coreano ha condotto recentemente test missilistici balistici che ha descritto come esercitazioni nucleari tattiche che simulavano l’eliminazione di aeroporti e strutture militari in tutta la Corea del Sud. I missili da crociera - che viaggiano ad altitudini molto inferiori rispetto ai missili balistici, rendendoli più difficili da rilevare e intercettare - hanno viaggiato per 2.000 chilometri sopra il mare prima di colpire i loro obiettivi.

 

 

Kim ha espresso «grande soddisfazione» per i test per il miglioramento dell’efficienza in combattimento dei missili da crociera, che secondo la Korean Central News Agency (Kcna) sono già stati «distribuiti alle unità dell’esercito popolare coreano per operazioni di armi nucleari tattiche». Kim ha affermato che le forze di combattimento nucleari del paese sono «pienamente preparate per la guerra vera e propria» e ha affermato che i test non sono altro l’ennesimo avvertimento per i nemici del paese. La Corea del Nord deve «continuare ad espandere la sfera operativa delle forze armate strategiche nucleari per determinare risolutamente qualsiasi crisi militare cruciale e crisi di guerra», riporta ancora l’agenzia di stampa statale. 

 

 

«Kim Jong Un - si aggiunge - ha sottolineato che dovremmo concentrare tutti gli sforzi sullo sviluppo infinito e accelerato delle forze armate nazionali di combattimento nucleare». Il mese scorso il paese ha rivisto le leggi sul nucleare per consentire attacchi preventivi, con Kim che ha dichiarato la Corea del Nord una potenza nucleare «irreversibile», ponendo di fatto fine alla possibilità di negoziati sul suo arsenale. Da allora, Seul, Tokyo e Washington hanno intensificato le esercitazioni militari combinate, incluso il dispiegamento per due volte di una portaerei statunitense a propulsione nucleare nell’area due volte. In risposta Pyongyang, che vede tali esercitazioni come prove per l’invasione, «ha deciso di organizzare esercitazioni militari sotto la simulazione di una vera guerra». 

 

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