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Polonia, missili russi vicino al territorio Nato: venti di guerra mondiale. "Perché Putin sposta le truppe"

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Tensione altissima al confine tra Bielorussia e Polonia, ossia il fedele alleato di Putin nella guerra in Ucraina e un Paese Nato con tutti i rischi di una escalation globale del conflitto che questo comporta. Il presidente bielorusso  Bielorussia Aleksandr Lukashenko ha annunciato che l’esercito russo trasferirà nel suo paese molte truppe convogliate in un "gruppo regionale congiunto" russo-bielorusso. Il motivo ufficia, come ricorda Limes, è contrastare una possibile aggressione da parte di Nato e Ucraina. Lo scenario tratteggiato dalla rivista di geopolitica è da brividi. Minsk in passato ha anche aperto alla possibilità di ospitare ordigni atomici della Russia.

 

La Polonia, secondo Lukaschenko, "starebbe concentrando un numero crescente di forze al confine e ha effettivamente sollecitato i propri cittadini a lasciare la Bielorussia". Il timore di un'escalation è concreto dopo che sono state segnalate esplosioni nella città di Leopoli, a poche decine di chilometri dal territorio polacco. In altre parole, se un missile toccasse il suolo polacco saremmo davanti a un attacco alla Nato, con tutte le conseguenza del caso. 

 

Ma cosa c'è la manovra bielorussa del presidente Vladimir Putin? I movimenti ricordano quelli precedenti al conflitto, con l'invasione dell'Ucraina che a febbraio partì anche dal Paese di Lukashenko. Si tratta di  "un’ottima piattaforma per il lancio di missili tattici a configurazione nucleare verso le regioni centro-occidentali dell’Ucraina", si legge su Limes. Se Pution volesse usare armi atomiche potrebbe scegliere quelle zone perché "meno abitate da russi etnici, più distanti geograficamente dalle zone russofone del sud". 

 

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