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Guerra ed energia, Caracciolo prevede l'implosione: “Inverno più duro della storia”

Luca De Lellis
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Un futuro tutt’altro che roseo tra il pericolo della guerra e le conseguenze nel Paese della crisi energetica. Lucio Caracciolo ha previsto questo scenario nell’editoriale odierno pubblicato sulle pagine de La Stampa. “L'Italia affronterà da sola l'inverno più duro della sua storia recente. Il contesto geopolitico in cui ci siamo finora accomodati è in via di accelerata implosione e riconfigurazione. Immaginare in questa fase, di cui non si vede la fine, grandiosi slanci di solidarietà o anche solo di progettazione europea e occidentale significa vivere fuori del tempo”.

 

 

L’escalation del conflitto in Ucraina e il rischio di un’Unione Europea sempre più sgretolata nelle sue azioni impongono al prossimo governo italiano grande attenzione sulle proprie mosse. “Consideriamo solo fra i principali mutamenti strategici in corso quelli che impattano specificamente sul nostro Paese. La guerra d'Ucraina ci ha sconnessi dal fornitore energetico principale, la Russia, in modalità forse definitiva. Stiamo cercando e in parte trovando alcune alternative immediate, tra cui spicca l'algerina, o prospettiche, come il ricorso al mercato del gas naturale liquido, utopie sul nucleare a parte”.

La strada, in base alle parole dell'analista di Limes, è segnata: “Scelta non solo energetica, ma geopolitica: si tratta di sostituire la Russia con il Mediterraneo e con l'America. Poiché il nostro principale partner economico e industriale, la Germania, soffre di una crisi strutturale financo superiore alla nostra ed è in modalità strettamente nazionalistica tanto da curarsi sempre meno di vestire di gialloblù le sue direttrici strategiche, ne consegue che parte delle sofferenze tedesche saranno rovesciate su di noi. Vale soprattutto per la nostra industria del Nord, che vive dell'interdipendenza con i produttori tedeschi”.

 

 

La parte conclusiva del suo editoriale è un inquadramento sulla politica militare europea, nella quale l’Italia svolgerebbe sempre più un ruolo da comprimaria: “Quanto alla potenza militare, a differenza di quasi tutti i Paesi del mondo non stiamo riarmando né attrezzandoci culturalmente alla guerra cui partecipiamo non troppo indirettamente, svolgendo funzioni rilevanti in ambito Nato, specie sul fronte mediterraneo. Nel frattempo, la Germania ha stabilito che nei prossimi anni sarà la prima potenza militare europea, parola di Scholz. Basterebbe solo questo a rendere il cambio di stagione”. Non solo, perché “non fosse sufficiente, ricordiamo che la Polonia sta dotandosi di armamenti di punta grazie alla decisione americana di farne la lancia atlantica nel rovesciamento dell'impero russo. E l'Ucraina è oggi forse la seconda potenza militare convenzionale d'Europa”.

 

 

Tuttavia, anche se “nulla lascia presagire che la Russia sia disposta alla resa, ovvero al suicidio”, la speranza è che “il dialogo più o meno sotterraneo tra Mosca e Washington apra la prospettiva di un cessate il fuoco nei prossimi mesi”.

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