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Rischio nucleare, l'ambasciatore Razov a Porta a Porta spiazza Vespa: "Non dica di essere ottimista"

Giada Oricchio
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La minaccia nucleare prende corpo. La guerra in Ucraina va avanti: i soldati di Kiev stanno liberando numerosi territori dalla presenza degli invasori russi (500 kmq riconquistati in una settimana, nda), ma il Cremlino sta studiando le contromosse. L’ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov, ospite del programma “Porta a Porta” su Rai 1, ha ribadito: “La Russia può usare le armi nucleari se si crea una minaccia diretta all'esistenza del nostro Stato. Come ha detto il presidente Putin, difenderemo il nostro territorio con tutti i mezzi e con tutte le forze a nostra disposizione”. Il conduttore Bruno Vespa ha provato a rassicurare gli italiani sostenendo di essere ottimista sul fatto che la Russia non avrebbe mai usato l'atomica ma l'ambasciatore lo ha spiazzato: "Non dica mai di essere ottimista, altrimenti direbbero che non sa leggere"

Razov ha ricordato la dottrina militare russa secondo la quale la Federazione russa è autorizzata a ricorrere alle armi atomiche “in caso di aggressione diretta all'esistenza del nostro Stato”. Stato che, dopo i referendum farsa di fine settembre, si estende anche alle 4 regioni dell’Ucraina al confine con la Russia annesse in fretta e furia. Razov è poi passato dai toni intimidatori a quelli carezzevoli: “Non abbiamo intenzione di partecipare a questa escalation, non c'è alcuna minaccia e non c'è alcun ricatto – ha detto al conduttore Bruno Vespa -. Abbiamo vari tipi di armamenti, tutto il resto sono speculazioni dell'Occidente e dei mass media”.

Dall’altra parte dell’Oceano, il presidente americano Joe Biden, ospite di una raccolta fondi organizzata da James Murdoch a New York, si è detto preoccupato: “Conosco bene Putin, non scherza quando parla di un potenziale uso delle armi tattiche nucleari o di armi chimiche o biologiche, perché il suo esercito si sta comportando molto male, c’è davvero il rischio dell’Armageddon nucleare”. Le sue parole sono state nette, inequivocabili: “Per la prima volta dalla crisi dei missili Cubani (1962 nda), dobbiamo fronteggiare la minaccia di un’atomica, specie se le cose proseguiranno nella direzione in cui stiamo andando. Stiamo cercando di capire se Putin troverà una via d’uscita. Come reagirà quando capirà di aver perso non solo la faccia, ma anche il potere?”. Subito dopo, il segretario di Stato Usa, Antony Blinken ha evocato la necessità di una soluzione diplomatica: “Quando la Russia dimostrerà seriamente di essere disposta a intraprendere la strada del dialogo, noi saremo pronti. Noi ci saremo”.

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