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Nord Stream, “500kg di tritolo per le esplosioni”. Dito puntato contro i robot

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Continuano le indagini per risalire alle cause delle esplosioni dei gasdotti Nord Stream 1 e 2. Lo Spiegel, citando fonti di intelligence, afferma che i tubi sono stati colpiti in quattro punti differenti da ordigni carichi con 500 chili di tritolo, l'equivalente della potenza esplosiva di una bomba di un aereo. I boati, rilevati nelle zone economiche esclusive di Svezia e Danimarca, hanno generato delle esplosioni che sono state sottoposte ad analisi dagli investigatori tedeschi: le letture sismiche per calcolare la potenza lasciano pensare che dietro ci sia una bomba di tale portata.

 

 

Il Guardian interpella alcuni esperti per far luce sul caso. L’opinione diffusa è che ci siano sofisticate tecnologie dietro l’attacco e che il responsabile sia abbastanza chiaro: “A piazzare le bombe a circa 80 metri di profondità potrebbero essere stati i robot di manutenzione che operano all'interno della struttura del gasdotto durante lavori di riparazione. Se questa teoria si rivela corretta, la natura sofisticata dell'attacco e la potenza dell'esplosione aggiungerebbero peso ai sospetti che gli attacchi siano stati effettuati da un potere statale, con il dito puntato contro la Russia”. Un nuovo episodio dovuto allo scoppio della guerra in Ucraina.

 

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