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Guerra Ucraina, l'ambasciata a Mosca: Italiani via dalla Russia

Tommaso Carta
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Non si ferma la marcia forzata del presidente russo Vladimir Putin per l’annessione dei territori ucraini occupati. Dopo i referendum, l’annessione avverrà ufficialmente oggi in una cerimonia nella Sala di San Giorgio al Cremlino a cui parteciperà lo stesso Putin, nel corso della quale i capi delle quattro regioni (cioè Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia) firmeranno trattati di adesione alla Russia.

La mossa di Putin, che nel frattempo ha anche accusato i paesi occidentali di voler scatenare un «massacro sanguinoso» nelle zone della Comunità degli Stati Indipendenti che raccoglie diverse repubbliche dell’ex Urss, ha provocato la pronta risposta di Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ha convocato, sempre per oggi, una riunione urgente del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale. Zelensky ha anche discusso dei referendum definiti «illegali» con il premier italiano Mario Draghi. Nel colloquio il presidente ucraino ha sottolineato l’intenzione di reagire con decisione alla mossa del Cremlino, mentre Draghi ha confermato che l’Italia non riconoscerà i referendum ribadendo il supporto al popolo ucraino.

La questione referendum è stata affrontata anche dalla Ue, che ha definito l’iniziativa elettorale di Mosca una «farsa», spiegando che l’annessione dei territori occupati «non sarà mai accettata». La tensione, dunque, resta alta, tanto che l’ambasciata italiana a Mosca ha invitato i connazionali presenti in Russia a «valutare se la permanenza sia necessaria e, in caso contrario, a lasciare il Paese».

 

 

 

Non saranno in grado di entrare in Finlandia, invece, i cittadini russi provvisti di visto turistico. Lo ha stabilito il governo finlandese, che ha chiuso i confini con Mosca perché «i continui arrivi di turisti russi in Finlandia stanno mettendo in pericolo le relazioni internazionali del Paese». Situazione di grande tensione anche per quanto riguarda la questione del gasdotto Nord Stream, danneggiato da diverse esplosioni nei giorni scorsi. In Svezia è stata registrata una quarta falla dopo una nuova esplosione, mentre il Cremlino ha affermato che i danni sono legati a un «atto terroristico di un paese straniero», sottolineando poi di non avere idea se il gasdotto «potrà mai essere riavviato». La Nato, da parte sua, ritiene che ci sia stata un’azione di «sabotaggio» sul Nord Stream e ha promesso una «risposta unita e determinata» per qualsiasi danno deliberato alla struttura. L’ipotesi di sabotaggio è stata rispedita al mittente da Mosca. In particolare, l’ambasciata russa a Roma ha ironizzato sui media italiani che hanno dato credito a questa tesi. «Coloro che credevano che i russi si stessero autobombardando alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, crederanno anche che i russi abbiano fatto saltare in aria il proprio gasdotto nel Baltico, che gli era costato decine di miliardi di dollari», recita un comunicato dell’ambasciata russa in Italia.
 

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