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Guerra, la Cina dice no ai referendum della Russia in Ucraina: “Sovranità da rispettare”

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La Cina manda l’ennesimo segnale alla Russia, prendendo le distanze dai referendum andati in scena dopo 7 mesi dall’invasione in Ucraina. «La Cina ha sempre sostenuto che la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi debbano essere rispettate e gli scopi e i principi della Carta Onu dovrebbero essere rispettati, i timori legittimi di sicurezza di tutti i Paesi dovrebbero essere presi sul serio e tutti gli sforzi per risolvere ogni crisi pacificamente dovrebbero essere sostenuti», la presa di posizione del portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, a proposito dei quattro referendum organizzati dalle autorità filorusse nelle regioni ucraine occupate di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia i cui territori sarebbero annessi alla Federazione russa guidata da Vladimir Putin.

 

 

«Sulla questione ucraina - ha detto ancora il funzionario cinese Wenbin - la Cina è sempre stata dalla parte della pace e si è impegnata a promuovere il dialogo pacifico. Resta invariata la posizione della Cina sulla questione ucraina».

 

 

Nel frattempo gli Stati Uniti stanno preparando una risoluzione per il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in cui invitano gli Stati membri dell’organizzazione a condannare proprio i referendum voluti dal Cremlino nei territori ucraini occupati, non riconoscere alcun cambiamento territoriale e obbligare la Russia a ritirare le sue truppe. «Se accettati, i referendum farsa della Russia apriranno un vaso di Pandora che non saremo in grado di chiudere», ha detto l’ambasciatore statunitense all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, in una riunione del Consiglio dedicata alla guerra in Ucraina. Il Consiglio di sicurezza è il massimo organo delle Nazioni Unite. La Russia ha la possibilità di mettere il veto alle risoluzioni (è uno dei cinque membri permanenti), ma Thomas-Greenfield ha detto che, se lo facesse, gli Stati Uniti si rivolgerebbero all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il Consiglio di sicurezza, che quest’anno si è riunito più di 20 volte per discutere dell’Ucraina.

 

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