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Nord Stream, esplosioni nel Mar Baltico. Attacchi o sabotaggio: è la guerra del gas

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Due esplosioni sono state registrate nel Mar Baltico, vicino ai gasdotti Nord Stream 1 e 2, dove sono state registrate tre fughe di gas. A riferirlo l’Osservatorio sismico svedese secondo cui la prima esplosione è stata registrata ieri alle 2.03 e la seconda alle 19.04. "Non c’è dubbio che si tratti di esplosioni", ha dichiarato Bjorn Lund, docente di sismologia e direttore della rete sismica nazionale svedese, "si vede chiaramente come le onde rimbalzino dal fondo alla superficie. Non c’è dubbio che sia stato uno scoppio". L'emittente Svt afferma di aver ottenuto le coordinate delle esplosioni, che si troverebbero nella stessa area in cui sono state registrate le fughe di gas. Lund ha escluso al momento che le deflagrazioni siano legate a esercitazioni militari, come a volte accade. 

 

Le esplosioni si inseriscono in un vortice di accuse, sospetti e polemiche internazionali che si è scatenato intorno al mistero delle tre falle nei gasdotti che hanno provocato dei sensibili cali di pressione nonché una perdita nel Mar Baltico. Con l’effetto di far schizzare in alto il prezzo del gas del 9,8% a 191 euro al MWh ad Amsterdam, mentre i danni alle pipeline vengono definiti "senza precedenti" dallo stesso operatore di Nord Stream. Già lunedì sera le autorità danesi hanno parlato di una "pericolosa" fuoriuscita di gas disponendo immediatamente un divieto di navigazione e di sorvolo in un’area a sud dell’isola danese di Bornholm, a nord-est e a sud-est della quale sono state rilevate le perdite. I gasdotti attraversano entrambi il Mar Baltico per trasportare il gas naturale dalla Russia alla Germania, e oggi sia le autorità di sicurezza tedesche che quelle danesi hanno avviato approfondite indagine: sarà un caso, ma tutto questo accade mentre è prevista l’inaugurazione di una nuova pipeline per rendere la Polonia e altri Paesi europei meno dipendenti dal gas russo, la Baltic Pipe.

 

La Germania ipotizza degli "attacchi" ai gasdotti - come delle fonti hanno rivelato al quotidiano Tagesspiegel - tanto che al governo federale guidato da Olaf Scholz si ritiene che questi danneggiamenti alle pipeline "non siano un caso". In termini non troppo dissimili si è espressa la premier danese Matte Frederiksen: "Difficile immaginare che si tratti di perdite accidentali". A seguire, la presa di posizione dello stesso Cremlino che oltre a dirsi "estremamente preoccupato", afferma - per bocca del portavoce Dmitry Peskov - di non escludere "nessuna opzione", tra cui "il sabotaggio". 

 

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