In Iran non si ferma la protesta per la morte di Masha Amini: "Oltre 700 arresti e 35 vittime"
Più di 700 arresti, oltre 30 morti tra cui anche 4 bambini. È il bilancio delle proteste scoppiate in Iran dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, deceduta dopo che la polizia morale l'aveva arrestata per avere indossato male il velo. La morte dei quattro bambini è stata riportata da Amnesty International, che ha riferito anche di almeno 30 persone morte a seguito della repressione delle proteste da parte delle forze di sicurezza iraniane.
Secondo quanto riportano i media iraniani, il bilancio delle vittime sarebbe di almeno 35 morti. Sono, invece, oltre 700 gli arresti effettuati nella provincia di Guilan, sempre nel corso della protesta per la morte di Amini. Secondo l'agenzia locale Tasnim riportata dai media locali, che cita il generale, Azizollah Maleki "sono 739 gli arrestati incluse 60 donne". La morte di Amini ha scatenato una vera esplosione di indignazione nel paese. La donna era stata detenuta lo scorso 13 settembre con l'accusa di aver indossato l'hijab troppo liberamente in violazione delle restrizioni che chiedevano alle donne in pubblico di indossare il velo islamico. Amini è poi deceduta tre giorni dopo, mentre si trovava ancora sotto custodia della polizia. La versione delle autorità, secondo cui Amini è morta in seguito ad un attacco cardiaco, è stata duramente contestata dalla famiglia della giovane, e ha dato il via alle proteste che, subito dopo il funerale di Amini il 17 settembre, si sono svolte in più di una dozzina di città.
Il governo iraniano ha reagito duramente, con la repressione delle proteste e bloccando l'accesso a Internet.Intnato la Guardia Rivoluzionaria iraniana ha attaccato la base di un gruppo militante situata nel nord dell'Iraq. L'agenzia Irna ha affermato che le forze di terra della Guardia hanno sparato con l'artiglieria da posizioni all'interno della provincia iraniana dell'Azerbaigian occidentale, attaccando quello che è stato descritto come un "gruppo terroristico" con sede oltre il confine in Iraq. L'agenzia di stampa Tasnim, ritenuta vicina all'esercito iraniano, ha citato il rapporto della Guardia secondo cui l'attacco ha preso di mira le basi dei gruppi separatisti curdi nel nord dell'Iraq ed è avvenuto alle 16:00 ora locale, provocando gravi danni. Gli attacchi della Guardia, secondo il rapporto, sono una risposta al tentativo di importare armi in Iran, ma anche per il sostegno del gruppo di separatisti per i recenti disordini in Iran seguiti alla morte di Amini.