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Russia, la mossa del Vaticano: Lavrov incontra Parolin nel Palazzo dell'Onu

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I riservisti che Mosca potrebbe richiamare alle armi nell'ambito della "mobilitazione parziale" voluta dal presidente Vladimir Putin potrebbero arrivare a un milione. La notizia rilanciata da alcuni media indipendenti russi viene bollata come una "bugia" dal Cremlino ma è lo specchio della situazione che la Russia sta vivendo nelle ultime 24 ore. Le proteste scoppiate dopo l'escalation scelta da Putin hanno portato a oltre 1300 arresti, il 51% donne, e per molte di queste persone il futuro potrebbe essere proprio il fronte. Il Cremlino spiega infatti che notificare "citazioni" per l'arruolamento nell'esercito alle persone arrestate per aver preso parte alle manifestazioni "non viola la legge".

Allo stesso Mosca fa sapere che le informazioni relative a una corsa agli aeroporti e ai valichi di frontiera dopo l'annuncio della mobilitazione sono "molto esagerate" mentre, al contrario, 10mila volontari nelle ultime 24 ore si sarebbero recati negli uffici di reclutamento. Sul fronte diplomatico lo scontro si sposta a New York in occasione dell'Assemblea generale dell'Onu dove il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, prende la parola denunciando il sostegno occidentale al "regime neonazista di Kiev" dal quale la Russia "non accetterà mai" minacce alla propria sicurezza.

Pronta la risposta del ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba. "Nessun'altra nazione al mondo brama la pace più dell'Ucraina. Non abbiamo mai voluto questa guerra e non l'abbiamo mai scelta", precisa. Un livello di tensione altissimo che preoccupa il mondo intero, compresa la Cina. Pechino, pur mantenendo la sua neutralità, torna per la seconda volta in due giorni a far sentire la sua voce in merito al conflitto chiedendo che la "fiamma della guerra si spenga il prima possibile" perché un conflitto "esteso e prolungato" non è "nell'interesse" di nessuno. A margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il ministro degli Esteri russo ha incontrato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede. A ufficializzare l'incontro è stata la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova con un post su Telegram dove si vedono i due stringersi la mano.

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