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“10 volte la bomba di Hiroshima”. La minaccia nucleare di Putin: esplosione tattica al confine con l'Europa

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Tre-quattro mesi di tempo prima di arrivare all’escalation finale della guerra in Ucraina: l’uso di armi nucleari. Vladimir Putin ha parlato chiaramente e ha superato quella linea di confine che mette a rischio la sicurezza del mondo intero. Come riporta Repubblica il presidente della Russia non può più tornare indietro, anche grazie al fatto che l’uso della bomba atomica è ancora oggi considerato un pilastro della strategia militare di Mosca. L’ultimo aggiornamento della dottrina di impiego di tali ordigni è stato aggiornato nel 2020 e non è assolutamente impensabile l’uso dell’atomica in un conflitto minore - come quello con Kiev - e non limitarsi a prenderlo in considerazione in uno scontro diretto con gli Usa e la Nato.

 

 

Il quotidiano rivela che la maggiore riflessione è su dove Putin possa decidere di sganciare l’arma tattica, che hanno una testata compresa tra 0,2 e duecento chilotoni: la bomba di Hiroshima aveva una potenza di venti chilotoni, quindi Mosca potrebbe sganciare un ordigno con un capacità dieci volte superiore a quello visto nella Seconda Guerra Mondiale. “Il targeting, ossia la disciplina che determina la scelta dei bersagli, è una sintesi di valutazioni politiche e militari complesse, in cui il calcolo dei danni inflitti si accompagna a quello delle potenziali ritorsioni” spiega Repubblica, secondo cui i vertici Nato hanno messo sul tavolo due ipotesi.

 

 

La prima è che la Russia colpisca l’Isola dei Serpenti, simbolo della resistenza dell’Ucraina nella prima fase di guerra e poi di nuovo in tempi più recenti, quando le forze di Kiev l’hanno riconquistata dopo mesi di controllo del nemico. L’isola verrebbe cancellata dal fungo atomico e gli strateghi militari del Cremlino evidenziano nelle loro stime preliminari che non ci sarebbero vittime civili e la pioggia di ceneri contaminate si disperderebbe in mare. L’altro scenario preso in considerazione, ben più terrificante, è la distruzione quello di colpire un centro abitato nella regione di Leopoli, la città più occidentale dell’Ucraina. Sganciare l’arma nucleare al confine con l’Europa causerebbe migliaia tra morti e feriti e il fall-out si estenderebbe fino alla Polonia e i Paesi baltici. Un vero affronto per l’intero Occidente: gli Usa sul territorio europeo hanno circa cinquecento bombe B-61, pronte ad essere usate per rispondere a Putin.

 

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