Protesta contro Re Carlo III, sei Paesi vogliono lasciare la monarchia britannica
Nei Caraibi soffia vento di protesta contro Carlo d'Inghilterra. Giamaica, Belize, Bahamas, Antigua, Grenada e Saint Vincent vorrebbero staccarsi definitivamente dal Regno Unito. Sono ex colonie britanniche che hanno ottenuto l'indipendenza ma continuano a riconoscere come Capo di Stato il sovrano inglese. Oltre al Regno Unito, Carlo III guida 14 Paesi del Commonwealth. Paesi le cui bandiere sventolano a Londra di fronte al Parlamento di Westminster. Fino al 30 novembre 2021 erano 15. Poi la piccola isola di Barbados è divenuta repubblica. E ora nei Caraibi altri vorrebbero seguirne le orme.
Giamaica lo ha fatto capire chiaramente. A marzo sono scoppiate proteste quando il principe William è sbarcato per una visita di Stato per conto della regina Elisabetta. E il consueto bagno di folla si è svolto con William e la moglie Kate Middleton a salutare le popolazioni locali dietro una rete metallica di protezione anziché stringere le mani tra la gente. Stessa accoglienza in Belize, dove alla monarchia britannica sono stati chiesti i danni per la schiavitù a cui state sottoposte le popolazioni locali. Le Bahamas non sono state da meno. Dopo le proteste, il primo ministro Philip Davis ha affermato che "se il Paese dovrà divenire una repubblica, questo potrà essere fatto soltanto attraverso un referendum ". Rimettendo ogni decisione nelle mani del popolo. Il tour nei Caraibi di William è così terminato con il principe costretto a dichiarare che qualsiasi decisione di Giamaica, Belize e Bahamas di staccarsi dalla monarchia britannica verrebbe sostenuta con "orgoglio e rispetto" dal Regno Unito.
Un mese dopo, ad aprile, il principe Edoardo si è trovato in una situazione simile ad Antigua e Barbuda, a Santa Lucia e a Grenada, con le piccole Antille a chiedere i danni per la schiavitù sofferta e a prospettare un futuro "repubblicano". I malumori iniziati nell'ultimo periodo del regno di Elisabetta, ora con Carlo potrebbero trasformarsi in una protesta aperta. Londra è lontana dai Caraibi, che invece guardano come esempio di governo gli Stati Uniti, una repubblica appunto.
Ufficialmente, dopo la morte della regina, i 14 Paesi del Commonwealth che l'avevano come Capo di Stato hanno riconosciuto Carlo III come monarca. Ma la situazione resta tesa. Il primo ministro di Antigua e Barbuda, Gaston Browne, ha dichiarato dopo la morte di Elisabetta che entro 3 anni indirà un referendum sulla trasformazione del Paese in repubblica. "Non è un atto di ostilità verso la monarchia ma è il passo finale per completare l'indipendenza, per assicurarci di essere veramente una nazione sovrana", ha sottolineato. Mentre Giamaica ha già iniziato il processo di transizione nominando un funzionario proprio per coordinare il passaggio dalla monarchia alla repubblica. "Stiamo andando avanti per realizzare le nostre vere ambizioni e il nostro destino di Paese indipendente, sviluppato e prospero", ha chiarito il premier Andrew Holness. Sulla stessa falsariga del Ministro per le Riforme costituzionali del Belize, Henry Charles Usher, che al Parlamento ha annunciato: "È tempo di fare il passo successivo per possedere veramente l'indipendenza". Così come Granada che considera "una progressione naturale" staccarsi dalla monarchia e "divenire repubblica".