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Primo grattacapo per Re Carlo: il Canada vuole lasciare il Commonwealth

Alessandra Zavatta
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Sepolta la regina Elisabetta, ora per Carlo III iniziano i primi grattacapi. Il Canada vorrebbe infatti lasciare il Commonwealth. Il sovrano del Regno Unito è anche il Capo di Stato del paese nordamericano, ex colonia britannica. "La regina Elisabetta II è stata benvoluta da generazioni di canadesi, ma la sua morte e l'ascesa del figlio Carlo hanno rianimato un dibattito di lunga data e il sostegno alla monarchia è in costante declino", scrive il quotidiano The Guardian. Durante i 155 anni di vita del Canada come nazione, un re o una regina ha servito come Capo di Stato. Elisabetta ci teneva molto e, in settant'anni di regno, lo visitò 22 volte. "Grazie ancora per il vostro benvenuto", disse nel 2010 ad Halifax a una folla rapita. “È molto bello essere a casa”. Quello fu l'ultimo viaggio in Nordamerica. "La maggior parte dei canadesi pensa che la famiglia reale non sia più rilevante", sottolinea The Guardian."

 

 

L'istituzione che rappresentava è sempre più caduta in disgrazia presso i canadesi, la maggioranza dei quali preferirebbe vederla abolita. Per alcuni, è soffocante e obsoleto. Per altri, porta il peso della storia e la responsabilità di secoli di sofferenza e di espropriazione della terra ai popoli indigeni". "Oggi l'immigrazione guida la crescita della popolazione e con molti nuovi canadesi che arrivano da paesi che hanno anche sofferto il colonialismo, è probabile che lo scetticismo nei confronti della monarchia cresca", afferma Jonathan Malloy, professore di Scienze politiche alla Carleton University. "Spesso la gente non si rende conto che la Corona sta alla base di tutto: il nostro sistema legale e costituzionale, il nostro sistema parlamentare", sottolinea Malloy. "Liberarsene non è così semplice". Ma il movimento per trasformare il Canada in una repubblica parlamentare cresce.

 

 

Ai sensi della legge costituzionale del 1982, per recidere i legami con la monarchia, occorre l'approvazione della Camera dei Comuni e del Senato, oltre al consenso unanime di tutte le dieci province. Negli Anni Ottanta e Novanta ci furono due tentativi, falliti, di modificare la costituzione per separare il Canada dal Commonwealth. I repubblicani non si sono dati per vinti. La morte di Elisabetta II è arrivata in mezzo a una resa dei conti più ampia sul passato del Canada, sul suo rapporto con la Corona e sull'eredità della violenza coloniale di cui hanno fatto le spese soprattutto i popoli indigeni. Dopo che più di un anno fa sono state scoperte tombe anonime nei siti di ex scuole residenziali, dove agli Indiani d'America veniva insegnato ad "essere inglesi", il ruolo della Gran Bretagna nella storia del Paese è stato messo in discussione. La triste scoperta ha provocato una furiosa reazione: statue di Elisabetta e della Regina Vittoria sono state rovesciate dalla folla inferocita ed è nato un acceso dibattito sulle ombre del passato coloniale. Niigaan Sinclair, professore di studi sui nativi all'Università di Manitoba, vede la faccenda in modo contradditorio: "Molti indigeni hanno considerato la regina d'Inghilterra come una matriarca, una donna forte che si prendeva cura e guidava la comunità. Ma allo stesso tempo non ha fatto nulla per difendere le popolazioni native". Oggi agli indigeni si sono aggiunti milioni di immigrati da tutto il mondo che non sentono più la "matrice britannica" come elemento fondante del Canada.

 

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