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Centrale nucleare ucraina Zaporizhzhia, ancora bombe: se esplode... Appello Onu: "Fermatevi"

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La centrale nucleare di Zaporizhzhia resta al centro dell'attenzione del conflitto ucraino, e non solo. Un incidente all'impianto più grande d'Europa infatti avrebbe conseguenze che vanno ben oltre l'area di guerra. Nel pomeriggio un nuovo raid ha colpito il sito con l'ormai usuale rimpallo di responsabilità fra Kiev e Mosca.

Secondo Energoatom, l'azienda pubblica ucraina che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari attive nel territorio, i russi avrebbero bombardato nella zona "vicina" all'area radioattiva.

Per i filorussi, che ribadiscono la loro disponibilità a ospitare la visita degli ispettori dell'Aiea, a bombardare l'area sarebbero state invece le forze di Kiev. Una situazione molto tesa tanto da spingere il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, all'ennesimo appello bipartisan a creare un perimetro di sicurezza attorno alla centrale. "Chiedo alle forze armate della Federazione Russa e dell'Ucraina di interrompere immediatamente qualsiasi operazione militare nelle immediate vicinanze della centrale nucleare e di non utilizzare le sue strutture e dintorni come obiettivo", dichiara invitando ad un accordo "urgente" per una "smilitarizzazione" dell'area.

Intanto sul fronte diplomatico si inasprisce la battaglia dei visti, con i paesi Baltici particolarmente attivi. L'Estonia infatti ha annunciato la chiusura dei suoi confini, con alcune significative eccezioni, ai cittadini russi dotati di permesso Schengen. Una decisione a cui l'Ucraina ha reagito con favore chiedendo alle altre nazioni dell'Ue di fare altrettanto. La situazione però è molto frastagliata. Fra i paesi che non vedono la misura attuabile c'è la Germania. "E' la guerra di Putin", ha argomentato il cancelliere Olaf Scholz bollando come "difficile" un divieto generale all'ingresso in Europa dei cittadini russi, a partire dai turisti.

Una dichiarazione che ha provocato l'ira di Kiev. "Questa è la guerra della Russia non solo di Putin. Non Putin, ma veri soldati vengono dalla Russia per uccidere, torturare e distruggere", ha detto il ministro degli Esteri, Dmitro Kuleba. Per il capo della diplomazia di Kiev i turisti russi "con le magliette dell'Urss e le lettere Z" non dovrebbero "aggirarsi intorno a spiagge, monumenti e negozi" europei. Sempre dai 'vicini' di Mosca è arrivato il secondo attacco di giornata. Il parlamento della Lettonia infatti ha dichiarato la Russia "uno Stato che sostiene il terrorismo". Una presa di posizione che il ministero degli Esteri russo ha definito "guidata dalla xenofobia" e frutto di "un'ideologia neonazista".

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