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Ucraina, torna l'incubo nucleare: "Zaporizhzhia non è esplosa per miracolo", spento un reattore

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Torna l'incubo nucleare nella guerra in Ucraina dopo i ripetuti bombardamenti nella regione in cui è collocata la centrale di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa, da tempo sotto il controllo dei russi. Uno dei reattori è stato spento, ha dichiarato la società ucraina per l'energia atomica Energoatom che fa sapere come gli attacchi hanno "causato un grave rischio per il funzionamento sicuro dell'impianto". Attacchi di cui Kiev e Mosca si accusano reciprocamente.

 

"Questa giornata in Europa è stata possibile solo perché la centrale nucleare di Zaporizhzhia per miracolo ieri non è esplosa. La Russia l’ha presa e sta attuando lì provocazioni pericolose. L’Aiea/Onu devono chiedere che la Russia si ritiri dalla centrale nucleare e la consegni al controllo di una commissione speciale", scrive su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

 

A condannare le offensive di Mosca è anche l’Alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera Josep Borrell: "L’Ue condanna le attività militari della Russia intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Questa è una violazione grave e irresponsabile delle regole di sicurezza nucleare e un altro esempio del disprezzo della Russia per le norme internazionali. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) deve avere accesso".

 

Sotto attacco dei russi è l'intera regione, in particolare il distretto di Novomykolaivskyi, dove l'esercito di Mosca ha colpito infrastrutture destinate all’agricoltura distruggendo un magazzino che conteneva oltre 365 tonnellate di girasoli e ha distrutto anche montacarichi per il grano che contenevano circa 3mila tonnellate di grano. 

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