Nato, Erdogan minaccia: "Blocchiamo tutto". Perché può saltare l'adesione di Svezia e Finlandia
"Se non prenderanno le misure necessarie per soddisfare le nostre condizioni congeleremo il processo". Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parla al termine di una riunione di governo - secondo quanto riporta l'agenzia turca Anadolu - e minaccia di bloccare l'adesione di Svezia e Finlandia alla Nato rischiando di far saltare tutti gli equilibri già precari mentre la guerra in Ucraina non accenna a fermarsi.
"Abbiamo messo sul tavolo tutte le nostre condizioni all’ingresso di Svezia e Finlandia, ora devo ricordare a questi due Paesi quali sono le nostre richieste e che il processo di ingresso è congelato perchè non sono stati compiuti i passi necessari per venire incontro alle nostre condizioni", ha tuonato Erdogan. La mossa del Sultano potrebbe rivelarsi pericolosissima mentre la tensione tra Nato e Russia è destinata a salire ancora.
Lo scorso 5 luglio il segretario della Nato Jens Stoltenberg aveva parlato di "giorno storico" dopo che l'Alleanza atlantica aveva firmato i protocolli di adesione di Svezia e Finlandia (che dovranno ora essere ratificati da tutti e 30 i Parlamenti dei Paesi membri). La ratifica era arrivata dopo il superamento del veto posto dalla Turchia, ma il nodo non era stato completamente sciolto. Il presidente Erdogan aveva messo in chiaro che se Helsinki e Stoccolma non avessero accolto le richieste di estradizione di Ankara, relative a militanti che la Turchia accusa di terrorismo, i legislatori non avrebbero dato l'ok finale, che è necessario per l'effettivo ingresso dei due Paesi nella Nato.
Nel mirino di Erdogan ci sono gli affiliati al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) e del movimento di Fethullah Gülen, considerato il responsabile del golpe del 2016. La ministra degli Esteri svedese, Ann Linde, aveva affermato che Stoccolma avrebbe adempito al memorandum siglato con Ankara ma che, in ogni caso, tutte le richieste di estradizione avrebbero seguito "la strada normale nella nostra legislazione dove è l'Alta corte a prendere una decisione".