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Julian Assange estradato negli Usa. Verrà processato per spionaggio. Come reagisce la moglie Stella

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Il governo britannico ha approvato l’estradizione negli Stati Uniti del fondatore di WikiLeaks Julian Assange per affrontare le accuse di spionaggio. La ministra dell’Interno Priti Patel ha firmato l’ordine di estradizione. La firma è arrivata dopo la sentenza di un tribunale britannico che ha dato il via libera all’estradizione. Assange ha 14 giorni per presentare ricorso.

Il ministero dell’Interno ha affermato che «i tribunali del Regno Unito non hanno ritenuto che sarebbe oppressivo, ingiusto o un abuso processuale estradare Assange. Né hanno ritenuto che l’estradizione sarebbe incompatibile con i suoi diritti umani, compreso il suo diritto a un processo equo e alla libertà di espressione e che mentre si trova negli Stati Uniti sarà trattato in modo appropriato, anche in relazione alla sua salute».

 

 

 

Gli Stati Uniti hanno chiesto alle autorità britanniche di estradare Assange in modo che possa essere processato per 17 accuse di spionaggio e un’accusa di uso improprio del computer. I pubblici ministeri statunitensi affermano che Assange ha aiutato illegalmente l’analista dell’intelligence dell’esercito americano Chelsea Manning a rubare documenti diplomatici riservati e file militari che WikiLeaks ha successivamente pubblicato. Gli avvocati di Assange affermano che potrebbe rischiare fino a 175 anni di carcere se fosse condannato negli Stati Uniti, anche se le autorità statunitensi ritengono che la condanna sarebbe inferiore.

La decisione del governo britannico di approvare l’estradizione negli Stati Uniti di Julian Assange «non è la fine del cammino». Lo ha dichiarato in conferenza stampa la moglie del fondatore di Wikileaks, Stella Assange, che ha promesso di «lottare fino alla fine». Stella Assange ha assicurato che utilizzerà «ogni ora del giorno per lottare perché sia fatta giustizia». I legali dell’attivista australiano hanno 14 giorni per presentare appello.

 

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