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Tagadà, il generale Tricarico chiude la bocca a Medvedev: “Ha paura delle nuove armi all'Ucraina”

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Il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare, è ospite della puntata del 7 giugno di Tagadà, il programma tv pomeridiano di L7 condotto da Tiziana Panella, e con lui viene analizzato il possibile effetto sulla guerra delle nuove armi a lunga gittata fornite dagli Usa all’Ucraina. Il generale commenta anche le frasi di fuoco di Dmitry Medvedev sull'Occidente: ““Credo che siano il segno dell’irritazione per questi nuovi armamenti in arrivo. In effetti li temono molto perché sono armamenti di precisione. Il sistema di guida di questi missili ha una precisione che incute paura alle forze russe, sono molto precise, hanno un sistema di guida gsp-satellitare, basta impostare le giuste coordinate del bersaglio e colpiscono l’obiettivo. Hanno delle particolari alette anche per la manovrabilità finale. Le coordinate giuste si individuano con i droni. L’addestramento per usare queste armi ci vuole, però c’è stato un errore su questa guerra”. 

 

 

“L’errata percezione di quanto sarebbe durata la contesa ha impedito agli Usa di dare degli armamenti più sofisticati, che non fossero quelli già appartenuti all’ex Unione Sovietica che sapevano già usare. Se avessero da subito previsto un armamento con sistemi che avevano bisogno di tempo, ma non di mesi, non servono mesi, le cose - sottolinea Tricarico - sarebbero andate diversamente. Ad esempio i piloti ucraini in 2-3 settimane potrebbero imparare a pilotare gli F-16 ed ho letto una ricostruzione molto reale, non hanno accelerato i tempi, ma è così in guerra, si bada meno alla sicurezza”.

 

 

Panella insiste con il generale Tricarico che serviranno quindi una ventina di giorni per arrivare a saper usare queste armi al meglio, l’esperto militare però non è del tutto convinto che i militari di Kiev partono da una base inesistente: “In definitiva le parole di Medvedev rappresentano un’irritazione per queste armi. Anche se sono armi che non ribaltano in senso definitivo le sorti di questo conflitto, però questo pendolo comincia a viaggiare di nuovo verso l’Ucraina. C’è già un’attività ben strutturata di formazione da parte dei paesi Nato, bisogna vedere che capacità operativa avranno. I russi temono che però con il prolungarsi del conflitto gli ucraini saranno in grado di usare queste armi”.

 

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