Il Copasir e la rete dei filo-russi: il Corriere scodella la lista dei putiniani d'Italia
Il Copasir continua la sua indagine sulla rete dei filo-russi che cerca di condizionare l’opinione pubblica sul conflitto in corso tra Russia ed Ucraina. In un lungo reportage il Corriere della Sera fa i nomi di coloro che sono accusati di sostenere la causa di Mosca e di attaccare chi pubblicamente sostiene Kiev, evidenziando che la situazione “allarma gli apparati di sicurezza perché tenta di orientare, o peggio boicottare, le scelte del governo. E lo fa potendo contare su parlamentari e manager, lobbisti e giornalisti”.
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L'intelligence ha individuato i canali usati per la propaganda e per le mosse della controinformazione. Il quotidiano ricorda le mosse Maria Dubovikova, giornalista russa che vive a Mosca, che ad inizio marzo, subito prima dell’invio di armi agli uomini di Volodymyr Zelensky, mette nel mirino Pietro Benassi, rappresentante diplomatico italiano presso l'Ue ed ex consigliere diplomatico di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Il principale obiettivo degli account sui social è comunque Mario Draghi, con un “bombardamento di messaggi anti governativi e filo-putiniani che aumenta in corrispondenza dei passaggi politicamente decisivi”. Altro nome segnato sul taccuino dell’intelligence è quello di Giorgio Bianchi (gestisce il canale Telegram Giubbe Rosse) definito come un “noto freelance italiano presente in territorio ucraino con finalità di attivismo politico-propagandistico filorusso”.
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Poi nella lista ci sono Alberto Fazolo, Manlio Dinucci, Alessandro Orsini e Maurizio Vezzosi, oltre a Laura Ruggeri, che vive a Hong Kong e scrive su Strategic Culture Foundation , ritenuta dagli analisti dei servizi una “rivista online ricondotta al servizio di intelligence esterno russo Svr, che, assieme a Russia Today , è artefice di una campagna massiccia contro le sanzioni”. Ci sono infine movimenti che agiscono attraverso i siti in lingua russa. Adesso si aspetta l’esito dell'indagine del Copasir dopo le varie audizioni effettuate: il materiale raccolto dai servizi ha individuato i canali usati per la propaganda e ha ricostruito i contatti.
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