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Otto e mezzo, Lucio Caracciolo sulla guerra Russia-Ucraina: Putin e Orban soci in affari

Federica Pascale
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“Credo che questa guerra possa avere una interruzione quando da entrambe le parti ci si accorgerà che non si hanno più gli uomini o le armi per combattere.” Così Lucio Caracciolo durante la puntata di giovedì 2 giugno di Otto e Mezzo, il talk show politico in onda su La7 e stasera eccezionalmente condotto da Giovanni Floris. “Sulla questione della pace, non credo che sia possibile nei tempi prossimi perché l'odio e i massacri, le memorie sono troppo violente reciprocamente – afferma il direttore di Limes, rivista italiana di geopolitica - I russi non accetteranno di ritirarsi semplicemente perché lo decide qualcuno, gli ucraini non ne parliamo.” Caracciolo ricorda che, al momento, le truppe di Vladimir Putin sono schierate in gran parte nel Donbass, regione russofona dell’Ucraina. Secondo il direttore, questa posizione non sarà facile da tenere a lungo a causa dei vasti confini da proteggere.

 

 

 

 

“Gli ucraini hanno avuto molte armi ma le armi che hanno avuto, quelle nuove, devono ancora imparare ad usarle. Sono armi Nato, non sono più le vecchie armi sovietiche ottenute svuotando i magazzini dell'ex patto di Varsavia. Poi bisogna addestrare i combattenti, certo soprattutto i britannici ne hanno addestrati parecchi” spiega Caracciolo. Si discute poi del ruolo del presidente ungherese Viktor Orban, sospettato di essere il braccio destro di Putin in Europa. “Putin è il capo di una grande potenza, Orban è il capo di uno stato rispettabile ma certamente minore – sottolinea il direttore - Sono sicuramente soci in affari, in particolare per quanto riguarda il petrolio e non solo.” Tuttavia l’Ungheria, così come la Polonia e la Germania, fa parte dell’allenata atlantica dove, evidenzia Caracciolo, convivono posizioni totalmente diverse nel tentativo continuo “di farsi gli affari propri”.

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