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Il veto di Viktor Orban blocca ancora le sanzioni dell'Europa alla Russia: il nodo sul patriarca Kirill

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Si è conclusa con un nulla di fatto la riunione degli ambasciatori dell’Unione Europa che doveva dare il via libera formale al sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Questa volta, dopo la questione dell’embargo al petrolio, il veto dell’Ungheria di Viktor Orban è stato posto sull’inserimento nella lista degli individui colpiti del patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill e gli ambasciatori dei 27 Stati membri presso l’Ue dovranno convocare un nuovo incontro. 

 

 

«Sono adesso in corso contatti a livello capitali con il governo ungherese di cui al momento non si conoscono gli esiti e i tempi. Il Coreper, l’organismo che riunisce i rappresentanti permanenti degli Stati presso l’Ue, verrà riconvocato non appena la Presidenza francese del Consiglio Ue riterrà opportuno, stasera, domani o nei prossimi giorni. I tempi di convocazione della nuova riunione sono al momento difficili da prevedere e toccherà alla presidenza francese dettare i tempi della nuova chiama, non appena lo riterrà opportuno», spiega la fonte che ha notizie di prima mano sulla questione. In realtà, scrive La Stampa, il leader di Budapest ha puntato i piedi sulla questione del petrolio, usando come pretesto il capo religioso vicino a Vladimir Putin.

 

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