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La Russia fa soldi a palate con il blocco del grano ucraino. Telefonata Putin-Draghi, cosa c'è dietro

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Il blocco del grano nei depositi dell'Ucraina da parte della Russia, anche attraverso le mine nel Mar Nero, fa guadagnare miliardi a Mosca oltre a ricattare l'Occidente  e affamare il sud del mondo. La telefonata tra il premier Mario Draghi e il presidente russo Vladimir Putin non ha avuto l'esito sperato. Depositi ucraini che vengono bombardati dai russi. 

"La collaborazione deve essere quella di sminare i porti e di garantire che non avvengano attacchi sul periodo di sminamento – ha detto Draghi in conferenza stampa il 26 maggio – Non abbiamo esplorato le garanzie. C’è stata una disponibilità di Putin a procedere in questa direzione. È una iniziativa che ho sentito di prendere per la gravità della crisi umanitaria. Speriamo". 

 

Il paradosso è che la Russia, grazie all'aggravamento della crisi alimentare globale, sta guadagnando peso geopolitico e tanti, tanti soldi anche grazie all'aumento dei prezzi del grano. Il blocco dell'export di cereali verso l'Africa sommato "alla siccità che sta danneggiando i raccolti in altre parti del mondo, ha portato i prezzi del grano a livelli quasi record e sta minacciando la fame in Medio Oriente e del Nord Africa. La Russia invece continua a spedire il suo grano a prezzo ora più alto, trovando acquirenti disponibili e ottenendo maggiori entrate", spiega il Fatto.

 

Secondo le stime SovEcon i rincari sono nell'ordine del 50 per cento e Mosca solo di tasse in un anno ha raccolto 1,9 miliardi di dollari. Che saranno anche di più il prossimo anno con l'Ucraina che non potrà programmare il prossimo raccolto. 

"In questa stagione (2021-2022) abbiamo già esportato 37 milioni di tonnellate di cereali, di cui 28,5 di grano ed entro la fine dell’anno agricolo (30 giugno, ndr) puntiamo a 37 milioni di tonnellate di cereali esportati". Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura Dmitry Patrushev in un forum di esportatori del settore. "E la prossima stagione (a partire dal 1 luglio 2022) stimiamo il nostro potenziale di esportazione a 50 milioni di tonnellate", ha aggiunto. La Russia stima che il raccolto del 2022 sarà di 130 milioni di tonnellate, rispetto ai 121,4 dell’anno scorso.

 

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