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Guerra, una proposta in sei punti per arrivare alla pace tra Russia e Ucraina

Alexandro Maria Tirelli - avvocato e presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale
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L'idea di sconfiggere la Russia non è solo irrazionale ma del tutto estranea allo scenario geopolitico che si sta formando e in cui ci troveremo a vivere nei prossimi anni. Né si può immaginare di umiliare Mosca, altrimenti si creerebbero sentimenti di revanscismo russo non inferiori a quelli che il Trattato di Versailles innescò nel popolo tedesco. Su questo bisogna essere chiari. Così come bisogna essere chiari su un punto. Una guerra a oltranza è impensabile. È necessario che la diplomazia mondiale si muova rapidamente per chiudere il conflitto secondo uno schema che preveda, per i due contendenti in lotta, la contemporanea condizione di Paese vinto e vincitore. Usando un termine calcistico, potremmo dire che l'arbitro deve poter fischiare la fine del conflitto con un sostanziale «pareggio». Sarà possibile? È difficile, ma non improbabile che accada.

 

 

Per un successo di una iniziativa del genere, bisogna però assicurare autonomia all'Ucraina attraendola nell'orbita europea e occidentale, e abbandonare il proposito di trasformarla in un'area di stoccaggio militare della Nato. D'altronde, «l'abbaiare della Nato alla porta della Russia», come giustamente ha ricordato Papa Francesco, deve pure aver insegnato qualcosa. Di converso, è dovere dell'Ue, degli Stati Uniti e di tutto il consesso internazionale rispettare il principio di autodeterminazione dei popoli e l'aspirazione dei cittadini della Crimea a ritornare sotto la sovranità russa. Abbiamo inviato una nostra proposta tecnica alle due ambasciate in Italia affinché le trasmettano ai rispettivi Governi per avviare una road map da concludere in tempi brevi con la firma di un accordo di pace in un Paese non allineato e neutrale come potrebbero essere Svizzera, Austria, Brasile, Giappone o Panama.

 

 

Una proposta articolata in sei punti. 1) Riconoscimento ucraino del passaggio della Crimea alla federazione russa. 2) Indipendenza delle regioni russofone del Donesk e del Lugansk come «Paesi cuscinetto». 3) Rispetto della indipendenza, dell'integrità territoriale, dell'indipendenza e dell'autonomia politica della Ucraina. 4) Adesione dell'Ucraina al Patto atlantico. 5) Accordo sulla non proliferazione o installazione di armi nucleari, chimiche o batteriologiche in Ucraina. 6) Interruzione delle sanzioni contro la Russia. Anche perché gli ultimi dati delle banche mondiali indicano che l'economia russa sta reggendo egregiamente all'embargo. Che sta affossando, invece, solo le economie europee. La pace, insomma, conviene. A tutti.

 

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