Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Armi atomiche in Ucraina, la giornalista di Russia Today gela l'Occidente: "O vinciamo o andrà male per l'umanità"

  • a
  • a
  • a

Nei talk show russi si continua a parlare di una fine della guerra in Ucraina tutt'altro che negoziale o diplomatica e si torna ad alludere all'uso di armi nucleari. Sta girando in queste ore un video tratto dal Canale 1 della tv russa in cui la direttrice di Russia Today, Margarita Simonyan, spiega che la spaccatura tra Mosca e l'Occidente è sempre più ampia. In sintesi, o la Russia vincerà il conflitto in Ucraina sul campo "o le cose andranno male per l’intera umanità, non c’è una terza opzione".

 

"Quando la gente chiede quanto durerà tutto questo in termini di isolamento e di confronto con l'Occidente, io vedo una sola versione" dei fatti, afferma Simonyan in uno spezzone tv diffuso sui social dal Russian Media Monitor di Julia Davis, giornalista del Daily Beast, che pubblica e sottotitola in inglese commenti e interviste della tv russa. 

 

Per la direttrice di Russia Today i media europei e americani non vedono una seconda opzione, ma solo che "l’Occidente vincerà e la Russia perderà. Questo è semplicemente impossibile. O vinceremo, o le cose andranno male per tutta l’umanità, non c’è una terza opzione". Tra Mosca e l'Occidente c'è un muro con cui i cittadini dovranno imparare a convivere d'ora in poi, ad esempio non potranno più mandare i figli a studiare all'estero. Simonyan poi tocca anche il tema della bomba atomica e del nucleare tattico. La Russia, argomenta durante il suo intervento, non sta usando le armi nucleari in Ucraina solo perché farebbero troppe vittime e danni collaterali. 

 

"Apparendo alla TV di stato russa, il capo di Russia Today Margarita Simonyan ha spiegato perché la Russia non sta bombardando l'Ucraina: non perché sia sbagliato, ma perché non è pratico. Vogliono che quei territori siano utilizzabili e non vogliono uccidere tutti gli abitanti, solo alcuni di loro, e devono prima ordinarli", sintetizza la giornalista di Russian Media Monitor rilanciando su Twitter il video. 

Dai blog