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Ucraina, i soldati dell'Azovstal "deportati in Russia". La promessa di Zelensky: li porteremo a casa

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Cosa sarà dei soldati che hanno difeso l'acciaieria di Mariupol e del battaglione Azov dopo la resa? Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato che i combattenti dell’Azovstal saranno rilasciati. "I ragazzi hanno ricevuto un segnale dai militari per uscire e salvare le proprie vite - le parole di Zelensky riportate dai media ucraini - Il resto dipende dalle responsabilità prese da Onu, Croce Rossa internazionale e Russia. Saranno al sicuro ma devono essere scambiati". "Li porteremo a casa. Questo è quello che dobbiamo fare con i nostri partner che si sono presi la responsabilità" ha detto Zelensky commentando l'annuncio della Russia della "completa liberazione" dell’acciaieria. 

 

Ma le notizie sono contrastanti. Le truppe di occupazione russe sono accusate dalle autorità municipali di deportare i residenti della città di Mariupol. Gli autobus su cui sono caricati i residenti sarebbero diretti a Bezimenne, nel distretto di Novoazovsk, e quindi in Russia. Già 416 civili, di cui 46 bambini, secondo le fonti ucraine sarebbero stati portati ieri a Bezimenne per lo smistamento, mentre sarebbero 512 le persone già trasferite in territorio russo.

 

"Oggi l’Ucraina viene difesa da 700mila combattenti. Voi vedete il risultato dell’impegno di 700mila persone sul campo di battaglia", ha detto ancora Zelensky secondo quanto riferisce la testata Pravda che interpreta: stando alle parole del Presidente, l’Ucraina ha bisogno di un esercito più grande di 250mila o 260mila unità. Per questo all’inizio del 2022 Zelensky avrebbe firmato l’ordinanza di aumentare l’esercito di altri 100mila uomini. Secondo il leader ucraino la fine della guerra sarà "diplomatica", ha detto in un’intervista all’emittente ucraina ICTV rilanciata dai media locali. "Prima pensavo che sarebbe stato possibile porre fine alla guerra solo con un dialogo. Pensavo che sarebbe stato un dialogo, che in questo dialogo sarebbe stato possibile trovare risposte a molte domande e molte decisioni con la parte russa", adesso "ho capito che la fine sarà diplomatica", ha dichiarato. "La guerra è difficile e la vittoria sarà molto difficile. Sarà sanguinosa, in battaglia, ma la fine sarà decisamente nella diplomazia", ha detto ancora Zelensky. "Ci sono cose che non saremo in grado di portare a termine se non al tavolo dei negoziati. Noi vogliamo indietro tutto, la Federazione Russa vuole non dare niente", ha concluso.

 

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