Scontro totale sull'Azovstal, la Russia: "Nessun negoziato coi criminali di guerra". Finlandia nella Nato: minaccia nucleare è seria
L'epicentro almeno simbolico della guerra in Ucraina è sempre di più l'acciaieria Azovstal dove si concentrano gli sforzi dell'esercito russo e dove sono asserragliati "i miliziani del battaglione Azov", fa sapere Vladimir Medinsky, capo della delegazione russa ai colloqui con Kiev, che "non possono essere oggetto di negoziati politici" mentre sono in corso le trattative per l’evacuazione del sito di Mariupol. L’agenzia russa Tass riporta che Medinsky ha definito i soldati ucraini "criminali di guerra" mentre da Mariupol denunciano l'uso da parte dei russi di bombe al fosforo, come documentato anche da video diffusi sui social.
Lo scontro sull'Azovstal ha una rilevante importanza simbolica e propagandistica. Basti pensare che alcuni missili preparati dalla Russia per colpire l'acciaieria riportavano riferimenti in cirillico alla Kalush Orchestra, i vincitori ucraini dell'Eurovision Song Contest. “Ucraina e Mariupol? Aiutatele ora!” si legge sulle foto diffuse da politici locali di Mariupol.
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Ma la giornata è stata monopolizzata anche dal dibattito attorno all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. È in particolare Helsinki ad avere accelerato il passo ma anche a Stoccolma la strada intrapresa è ormai quella che porta verso l’adesione all’Alleanza atlantica. "Abbiamo raggiunto oggi un’importante decisione, speriamo che il Parlamento la confermi nei prossimi giorni. Abbiamo ancora davanti a noi un processo" burocratico ma "ho fiducia che il Parlamento lo dibatterà con determinazione e responsabilità", ha detto il primo ministro finlandese Sanna Marin, per la quale la fine della storica neutralità di Helsinki si spiega con la necessità di rafforzare la propria sicurezza nazionale. "La minaccia nucleare è molto seria - ha spiegato - e non può essere isolata in un’unica regione se parliamo di armi nucleari".
Helsinki è pronta ad ogni reazione da parte di Mosca: "Non ce lo auguriamo - ha chiarito Marin - ma ci stiamo preparando da questa primavera. La Russia è diversa da come la vedevamo solo pochi mesi fa".
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Dall’Alleanza atlantica, naturalmente, porte aperte ai due stati scandinavi: il segretario generale Jens Stoltenberg fa capire che non c’è bisogno di attendere la conclusione dell’inter burocratico per garantire a Helsinki e Stoccolma totale supporto mentre anche Washington sostiene pienamente l’ingresso di Svezia e Finlandia, come ha osservato il segretario di Stato americano Antony Blinken. E la Turchia? La posizione di Erdogan è apparsa oggi meno rigida rispetto agli ultimi due giorni: non ci sarebbe nessun veto da Ankara ma probabilmente la volontà di trattare con i partner occidentali. L’obiettivo potrebbe essere l’assenso ai due nuovi membri della Nato in cambio di qualche aiuto per risollevare un’economia turca sempre più asfittica.