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Il generale Marco Bertolini affonda ancora su Zelensky: "È chiaro cosa sta facendo"

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"C'è un problema, Stoltenberg non può parlare a nome di Zelensky. Lui è segretario generale della Nato, che è una organizzazione sovranazionale e dunque già non potrebbe parlare per conto di singoli Paesi - prosegue - qui poi c'è il piccolo particolare che l'Ucraina non fa parte della Nato. Non è certo Stoltenberg che può imporre le condizioni". Ne è convinto il generale italiano Marco Bertolini, già comandante del Comando operativo di vertice interforze, che con le sue dichiarazioni continua a guadagnarsi la "fama" di filo-russo.

 

"Dall'inizio della guerra - sottolinea ancora Bertolini al Fatto Quotidiano - i due veri competitor non sono Putin e Zelensky, ma Putin e Biden. Questo ormai è acclarato e sotto gli occhi di tutti, non vedo come lo si possa ancora negare. Non è la prima volta che Zelensky dimostra di voler aprire a possibili mediazioni, ma viene sempre frenato dalla Nato e dagli Usa, più che dall'Europa. L'Europa è scomparsa, la sua voce non emerge mai se non per confermare quello che dice la Nato. E la Nato dice quello che dicono gli Stati Uniti".

 

"Gli Stati Uniti hanno molto meno da perdere con una guerra che si prolunga per mesi. E dal punto di vista commerciale, un'Europa in crisi cronica significa che dovrà fare affidamento su di loro - conclude il generale - anche per questo l'Ue dovrebbe essere autonoma e avere una visione non solo per risolvere la guerra, ma pure per pensare a cosa accadrà negli  anni successivi".

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