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Joe Biden si aggrappa alla guerra e gli americani lo bocciano sull'economia. Sondaggi a picco

Paola Tommasi
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Tra Joe Biden e Mario Draghi oggi a Washington è una sfida a chi se la passa peggio. Entrambi sembrano beneficiare, politicamente, della guerra che mette in secondo piano tutto il resto ma, a ben guardare i sondaggi, è comunque l’economia che determina il consenso di chi governa. E se questo non è un problema per Draghi, che non è stato votato, lo è sicuramente per Biden che da novembre, quando ci saranno le elezioni di metà mandato, rischia di trovarsi con una maggioranza al Congresso che magari non gli fa passare le leggi. Cosa che, tra l’altro, sta già accadendo con il provvedimento per l’invio di aiuti militari e umanitari in Ucraina.

 

Se Draghi ha Conte che non vuole più mandare armi, Biden è stato messo davanti a un aut aut dai suoi deputati: «Va bene stanziare fondi enormi per la guerra - è il ragionamento bipartisan - ma il Presidente si ricordi anche di tutte le altre spese che devono affrontare gli Stati Uniti, incluso il Covid, che non è ancora scomparso del tutto». Motivo del contendere: gli Usa si sono impegnati a fornire dosi di vaccino a quei Paesi in via di sviluppo in cui meno del 10% della popolazione è vaccinata e servono tra i 5 e i 10 miliardi di dollari per mantenere l’impegno. Una marcia indietro vale in perdita di credibilità e autorevolezza esattamente quanto non mandare aiuti all’Ucraina. Se Biden vuole andare avanti con questi ultimi, proceda anche sui primi, è la condizione che gli è stata posta. «Se dobbiamo essere i grandi Stati Uniti d’America nei confronti del resto del mondo, dobbiamo esserlo su tutti i fronti, non solo su quello russo». 

 

E, aggiungono gli analisti, anche su quello economico, dove invece l’inflazione record all’8,5%, la più alta dal 1981, non aiuta. Significa che gli stipendi degli americani in termini reali si sono ridotti e a una società consumista come la loro si può togliere tutto ma non toccare il potere d’acquisto. Per gli americani la crisi economica non è conseguenza del Covid, per cui logistica e trasporti hanno subìto rallentamenti, o della guerra, per cui le materie prime costano di più, ma frutto delle politiche di Biden. Secondo un sondaggio Cnn, il 55% degli americani ritiene che con l’attuale Presidente la propria condizione sia peggiorata.

 

Disappunto da parte della popolazione che Joe Biden si trova ad affrontare pure sulla gestione dell’immigrazione, soprattutto per i blandi controlli Covid al confine per gli immigrati che, oltre ad essere sgraditi per motivi di lavoro e di criminalità, ora rischiano di essere considerati perfino pericolosi per la salute, a causa delle scarse misure del governo. Ma su questo il Presidente ha una carta da giocare: aveva affidato il dossier alla sua vice Kamala Harris, è lei che ha fallito. Così come spera di recuperare qualche punto facendo propria la battaglia contro la Corte Suprema a maggioranza repubblicana che pare sia orientata a decidere in senso iper conservatore sull’aborto. Nel complesso, il consenso di Biden secondo Gallup è al 41,3% mentre era al 56% un anno fa: crollato di 15 punti. Forse puntare tutto sulla guerra per risalire nel gradimento degli elettori non paga quanto si crede: politica interna ed economia restano sempre gli elementi decisivi. Su questi Biden ha fatto flop.
 

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