Otto e mezzo, Lucio Caracciolo è stufo: “Si parli di negoziati!”. E non capisce l'obiettivo dell'Ucraina
Come di consueto nel salotto di Otto e mezzo di Lilli Gruber, conduttrice del talk show serale di La7, è ospite Lucio Caracciolo, il direttore della rivista geopolitica Limes che analizza le ultime notizie sulla guerra tra Ucraina e Russia nel corso dell'edizione del 22 aprile: "Io vorrei essere ottimista, voglio interpretare questi segnali, tra cui la possibilità di una mediazione dell’Onu nell’avere una garanzia per i corridoi umanitari, come il segno che forse riusciamo, dopo il massacro di Mariupol e l’inevitabile presa della città da parte russa, ad arrivare alla fase decisiva, arriviamo finalmente a negoziare qualcosa. Vladimir Putin probabilmente vorrebbe arrivare ad Odessa e da lì risalire verso Kiev, però non ne ha le forze, può invece ridurre a mal partito l’esercito ucraino, che sta chiudendo in una sacca nel Donbass. Questo è un dato di vantaggio suo. Io penso che sarebbe ora di cominciare a parlare di negoziato. Per esempio noi sappiamo cosa vogliono i russi, ce lo dicono ogni giorno, ma cosa vuole l'Ucraina? Io ancora non l'ho capito bene. Vogliono indietro tutto quello che i russi hanno preso? Allora dovrebbero richiedere alla Nato di intervenire, perché chiaramente da soli non ce la possono fare, la Nato ha detto che non vuole intervenire… Alla fine - conclude Caracciolo - l’obiettivo di Kiev dovrebbe essere anche l’obiettivo nostro, noi dovremmo partecipare”.
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“La guerra in Ucraina sta indebolendo o favorendo le destre in Europa?” la Gruber cambia argomento e passa ad un tema più legato alla politica. “Le favorirà se questa guerra durasse altri 2-3 mesi, quando - spiega Caracciolo - avremo l’impatto forte della guerra, della crisi, delle sanzioni, a quel punto tutte le forze antisistema e più estreme saranno avvantaggiate”. Sulle elezioni francesi il direttore di Limes la vede così: “Marine Le Pen si è rinfrescata l’immagine negli ultimi anni. Non prenderei sul serio i programmi elettorali, perché quelli servono per essere eletti, non servono per governare. Poi alla prova del voto Emmanuel Macron ce la dovrebbe fare, credo avrebbe avuto più problemi contro Jean-Luc Melenchon. Sarà interessante vedere come si riuscirà a formare un governo in Francia, c’è una frammentazione politica colossale e il paese è in forte sofferenza sociale ed identitaria”.