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Guerra in Ucraina, Vittorio Parsi svela il progetto di Vladimir Putin

Federica Pascale
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All’orizzonte del conflitto russo-ucraino si intravede una svolta, l’accesso al mare dei due Paesi potrebbe diventare merce di scambio per giungere ad una tregua. A parlarne è il politologo Vittorio Parsi, ospite di Francesco Magnani durante la puntata di giovedì 21 aprile de L’aria che tira, il talk show politico in onda la mattina su La7. Per qualche ora si è creduto ad una fuga di notizie che ha fatto sperare nella fine del conflitto iniziato ormai da più di un mese in Ucraina, invasa dalle truppe russe di Vladimir Putin.

 

 

 

 

“Dall'inizio di questa guerra ho sempre tenuto una linea: non esaltarmi per ogni fuga di notizie su possibili trattative e non deprimermi per la smentita della medesima, perché è chiaro che c'è un continuo rimbalzo di notizie per mille scopi, per cui non bisogna fasciarsi la testa”, avvisa il politologo. “La mia sensazione è che i russi stiano incontrando molte più difficoltà di quanto avessero previsto – spiega Parsi - ma nel momento in cui prendessero Mariupol e nel momento in cui dovessero riuscire anche a sigillare il Mar Nero, operazione più complicata e più costosa ma non impossibile se continuano con i razzi e con i missili, mettendo in conto alcune migliaia di perdite loro, quello potrebbe essere un punto di fermo perché, a quel punto, al tavolo della trattativa potrebbero offrire di rendere il Mar Nero e tenersi il Mar d’Azov.” Una strategia vincente per entrambi i Paesi, che permetterebbe di mettere fine al conflitto ma anche di rivendicare una vittoria, seppur parziale, sia del presidente ucraino Zelenskyi che della Russia.

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