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L'Aria che Tira, gli italiani si stancheranno della guerra: Maria Giovanna Maglie avvisa tutti

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Una guerra che si protrae da quasi due mesi e che sta iniziando a “stancare” gli altri popoli che in queste settimane hanno sostenuto l’Ucraina contro la Russia. A parlare nel corso della puntata del 15 aprile de L’Aria che Tira è Maria Giovanna Maglie, giornalista ed ospite della trasmissione di La7 condotta da Myrta Merlino:  “Bisogna perseguire la verità, facciamolo per quello che è possibile visto che in guerra la verità è la prima vittima. Un negoziato sarebbe stato possibile se una delle due parti avesse raggiunto un risultato rapido, ma non c’è stato e anzi c’è stato il contrario. Man mano che passano i giorni il risultato è sempre più confuso, ma nessuna delle due parti lo riesce a raggiungere, quindi il negoziato per il momento non c’è. Sono una interventista e convinta, da sovranista, che ogni nazione abbia il diritto all’autodeterminazione, figurati se non ne ha diritto il popolo e l’Ucraina”. 

 

 

“Ma ogni giorno di più sui social, in paesi come l’Italia, cresce il fastidio e il ripudio di questa guerra, che sembra sempre non una guerra al confine, ma lontana anche se vicina. O c’è una forte iniziativa politica di convincimento degli italiani, e di tutti gli altri popoli europei, sul fatto che i prezzi che dovranno pagare saranno alti o - avverte la giornalista - sarà il caos. Italiani, francesi, tedeschi e inglesi non hanno la stessa percezione che possono avere i polacchi o i romeni, che sanno bene che cosa è stata l’Unione Sovietica”. 

 

 

La Merlino chiede lumi: “Tutti provano empatia, orrore per quello che vediamo, ma ad un certo punto sarà più forte il nostro interesse personale? Intendi questo?”. “Sì” dice la Maglie, che spiega il proprio punto di vista: “Io uso i social come tutti e li uso come polso della situazione e cresce il fastidio. Non siamo la Finlandia o la Svezia, parliamo anche di casa nostra perché tra poco se ci sarà un embargo totale le conseguenze saranno forti e non c'è accordo con l'Algeria che tenga. L’Ucraina difende i suoi confini nazionali e io mi ci riconosco, ma occhio a questo concetto della proxy war”.

 

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