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"La Russia sta usando bombe a grappolo e armi chimiche in Ucraina". La rivelazione choc dell'Onu

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Giada Oricchio
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La Russia sta usando bombe a grappolo e armi chimiche? Sì, secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario Onu per i diritti umani. La Convezione di Oslo del 2008 ne vieta l’utilizzo, ma Russia, Stati Uniti, Ucraina, Iran, India e altri Paesi non l’hanno mai firmata. Alessandro Politi, direttore NATO Defense College Foundation, ospite del programma diMartedì su LA7 ha spiegato che noi italiani ci abbiamo rinunciato, mentre Stati Uniti e Russia no. Le bombe a grappolo sono a frammentazione: quando il cluster viene sganciato su un obiettivo, si apre automaticamente per rilasciare sottomunizioni che si disperdono sull’area circostante colpendo in maniera indiscriminata cose e persone.

Politi ha poi esplicitato il significato della cosiddetta tecnica Grozny, che l’esercito russo non sarebbe riuscita ad applicare per conquistare i centri urbani: “Risale alla Seconda guerra mondiale. Le città sono estremamente difficili da prendere, costano un sacco di soldati e di civili e si hanno poche possibilità di successo. Si divide la città in tanti corridoi, non umanitari, così da creare tante sacche localizzate da poter difendere. L’alternativa è bombardare a tappeto ma tra le rovine la gente continua a combattere”. L’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata invece ha quantificato i danni economici dell’invasione: “Finora 7.000 grandi immobili sono distrutti e ci sono tra i 400 e i 600 miliardi di perdite” e ha chiarito perché Putin ha dato l’ordine di usare armi chimiche (come quelle al fosforo utilizzate dai russi, ndr): “Sono armi di distruzione di massa come quella nucleare e biologica. Sono assolutamente proibite perché annientano intere popolazioni. Annientamento è la tecnica che Putin vuole dimostrare con la nomina del nuovo generale, uno che si è fatto le ossa in Cecenia, in Siria e minaccia di farlo adesso in Ucraina”.

 

 

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