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Oggettiva superiorità strategica della Russia sugli Usa: il trionfo del programma ipersonico

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Mario Scaramella, l’esperto di intelligence noto per aver tentato di sventare nel 2006 l’avvelenamento radioattivo del colonnello dell’Fsb Alexander Litvinenko, ammette che “negli ultimi anni sono saltati tutti i bilanciamenti e il completamento del programma ipersonico russo è un punto di non ritorno perché costituisce lo scavalco, ovvero l’oggettiva superiorità strategica di Mosca su Washington. D’altra parte, quando hai un arsenale non convenzionale e cominci ad utilizzarlo, il segnale che potresti andare avanti ad oltranza lo stai già comunicando”.

 

 

Scaramella, che ha gestito gli interrogatori di molti ex ufficiali russi per la commissione parlamentare di inchiesta sull’intelligence italiana e il dossier Mitrokhin, negli anni ’90 ha lavorato a Stanford con Teller (considerato il padre della bomba H e delle ‘Star Wars’) e poi nella cooperazione con la Russia presso il Centro Statale per i missili balistici SRC di Miass negli Urali, dove ha co-diretto l’iniziativa spaziale speciale. Da esperto in materia, già nel 2019 aveva lanciato l’allerta sul rinnovato rischio strategico nucleare fra Usa e Russia e ora lo ribadisce: “Il profilo della minaccia sovietica, oggi russa, si valuta sul potenziale tecnologico e sulla attitudine del comandante in capo ad utilizzare gli strumenti. Dopo una certa stabilità durata tutta la guerra fredda e un relativo equilibrio delle forze, negli ultimi anni sono saltati tutti i bilanciamenti. Non solo Putin ha raggiunto una ‘episodica’ superiorità militare, cioè un momento in cui dispone di vettori ipersonici capaci di bucare le difese americane, per il resto ben più sviluppate ed avanzate, ma ha dimostrato l’allentamento dei freni inibitori all’utilizzo delle armi di distruzione di massa. Quando hai un arsenale non convenzionale e cominci ad utilizzarlo, il segnale che potresti andare avanti ad oltranza lo stai già comunicando”.

 

 

“Il Cremlino - prosegue Scaramella -ha impiegato mini atomiche e mini armi chimiche per eliminare i dissidenti (il polonio 210 per Alexander Litvinenko e il Novichok per Sergei Skripal), dovrebbe limitarsi nell’impiego su larga scala? Può sembrare uno scenario estremo ma purtroppo è plausibile che i due blocchi si scontrino a livello strategico, e in effetti quel che è accaduto in Ucraina è parte di questa visione, strategica, non tattica”. “È improprio - conclude l’esperto - parlare di provocazioni americane e Nato alla Russia semplicemente perché Putin è diventato aggressivo nel momento in cui il Designer Generale del Makeev Bureau, il centro missilistico per i vettori intercontinentali gli ha comunicato di aver completato il programma ipersonico. Sarebbe assurdo immaginare Washington e Bruxelles che provocano nel momento di debolezza. L’Ucraina è una sorta di primo colpo”.

 

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