Roman Abramovic avvelenato, test confermano: armi chimiche. Dosaggio non letale: "Volevano spaventare"
Si allungano ombre inquietanti sulle trattative tra Russia e Ucraina, che continuano a più livelli. Un portavoce di Roman Abramovich ha confermato quanto riportato dal Wall Street Journal, ovvero il sospetto avvelenamento dell’oligarca russo all’inizio di questo mese dopo un incontro per discutere i colloqui di pace con i negoziatori ucraini. Abramovich ora starebbe bene, spiegano fonti qualificate alla Bbc dato che l’incidente è accaduto diverse settimane fa, e continuerà ad adoperarsi per i negoziati, dice il portavoce confermando il ruolo dell'ex patron del Chelsea in queste settimane "sotto traccia".
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Come noto Abramovich e due membri della delegazione ucraina dopo un incontro a Kiev avrebbero manifestato sintomi quali "occhi rossi, lacrimazione dolorosa e desquamazione della pelle delle mani". A fornire altri elementi è il sito investigativo Bellingcat che ha rivelato che Abramovich e i negoziatori ucraini hanno sofferto sintomi di avvelenamento da "armi chimiche", ma che il dosaggio della tossina utilizzata sarebbe stato insufficiente per provocare problemi gravi, mentre era piuttosto inteso "probabilmente a spaventare".
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Il collettivo giornalistico "può confermare che tre membri della delegazione che ha partecipato ai colloqui di pace tra Russia e Ucraina la notte tra il 3 e il 4 marzo hanno sofferto sintomi coerenti con l’avvelenamento con armi chimiche. Una delle vittime era l’imprenditore Roman Abramovich" scrive Bellingcat secondo cui le condizioni di salute di Abramovich e degli altri due negoziatori, tra cui il rappresentante dei tatari di Crimea Rustem Umerov, sono migliorate e i tre non sono in pericolo di vita. Su Twitter, i giornalisti del gruppo hanno spiegato che "Abramovich e un altro imprenditore russo hanno preso parte a negoziati insieme al deputato ucraino Rustem Umerov. I negoziati si sono tenuti il pomeriggio del 3 marzo in territorio ucraino e sono durati fino alle 22". In seguito, "i tre membri del team negoziale si sono ritirati in un appartamento a Kiev e durante la notte hanno iniziato a manifestare i primi sintomi, tra cui infiammazione agli occhi e alla pelle, e dolore lancinante agli occhi. I sintomi non sono diminuiti fino al mattino".
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Il giorno successivo "il gruppo di negoziatori ha guidato da Kiev a Leopoli per dirigersi verso la Polonia e quindi a Istanbul, per continuare negoziati informali con i russi. A Bellingcat è stato chiesto un aiuto per individuare specialisti di armi chimiche che potessero eseguire un esame", scrivono i giornalisti che fanno sapere come "in base a esami condotti in loco e da remoto, gli esperti hanno concluso che i sintomi erano molto probabilmente il risultato di un avvelenamento intenzionale con armi chimiche non ben definite".