Otto e mezzo, “non è successo in nessun paese...”. Massimo Giannini accusa i parlamentari sul discorso di Zelensky
Vladimir Putin minaccia l'Italia perché gli sembra l'anello debole della catena occidentale. Parole e musica di Massimo Giannini, direttore de La Stampa, che analizza la situazione nell’edizione del 21 marzo di Otto e mezzo, programma tv di La7 sotto la conduzione di Lilli Gruber, che gli chiede anche conto dell’intervento al Parlamento italiano di Volodymyr Zelensky: “Ha colpito molto la minaccia del portavoce del ministero degli Esteri russo di sabato scorso, diretta al nostro Paese e a Lorenzo Guerini, il nostro ministro della Difesa, cosa che fino ad ora non era mai accaduto, almeno in maniera così specifica da parte del regime putinista. Hanno l’Occidente nel mirino, ma un paese singolo messo sotto accusa con una minaccia così non era mai successo… Perché lo fanno con l’Italia? Questa è la domanda… L’Italia non appare così decisiva nella partita diplomatica, tuttavia sul fronte europeo siamo un Paese importante, uno dei fondatori, quindi credo che il regime di Putin investa sulla faglia, ora un po’ sottile, ma che per 4 anni non lo è stata, in cui i regimi si sono incuneati, da una parte la Russia, dall’altra la Cina. Con il governo gialloverde grilloleghista abbiamo avuto il fronte leghista palesemente schierato con Mosca e il fronte dei pentastellati che ha aperto le porte dell’Italia all’impero celeste di Pechino. Puntare sull’Italia e su queste divisioni è importante, sperano che si destabilizzi l’intero fronte europeo”.
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Ed evidentemente al momento la strategia di Putin e dei suoi sta funzionando, anche visto l’annunciato di molti parlamentari all’intervento di Zelensky alla Camera: “Siamo l’unico Paese - sottolinea Giannini - nel quale dovendo parlare il presidente ucraino incontra un Parlamento nel quale c’è una divisione. Non è successo in Germania, in Gran Bretagna, negli Usa, mentre in Israele è lui che ha fatto un’uscita assai poco intelligente e consona. Però in Italia il Parlamento non è compatto, da altre parti c’è stata la standing ovation. La faglia si è aperta nuovamente su quel che resta della schiuma della terra gialloverde. Non è - chiude il ragionamento Giannini- tanto a sinistra il fronte filo-Putin, che usa il folle discorso che vanno sentiti tutti e due i leader, ma sono le anime morte degli ex Cinquestelle, del M5S attuale e della Lega”.