Sommossa in Rai dopo il bavaglio a Marc Innaro: scelta ingiustificata, riprendano i collegamenti da Mosca
Ribellione interna alla Rai dopo le polemiche degli scorsi giorni per la decisione di sospendere i collegamenti con i corrispondenti esteri in Russia ed in particolare con Marc Innaro, finito nell’occhio del ciclone per alcune frasi non gradite a tutti all’interno della tv di Stato. I corrispondenti esteri della Rai, in una nota diffusa dall’Usigrai, hanno invitato l’azienda guidato da Carlo Fuortes a cambiare rotta: “Da quasi tre settimane l'azienda ha deciso di sospendere le corrispondenze dalla sede di Mosca. Una decisione inizialmente cautelare, dovuta all'entrata in vigore sul territorio della Federazione Russa di nuove norme che restringevano fortemente le libertà di stampa per chiunque operasse nel settore dell’informazione in lingua russa. La condanna dei corrispondenti esteri verso queste decisioni limitative delle libertà di espressione nella Federazione Russa è e resta senza riserve. Ma con il passare dei giorni - sottolineano - la decisione aziendale di fermare la produzione informativa dalla sede di Mosca appare non più giustificata dai fatti. Tutti i principali network internazionali hanno ripreso il flusso informativo da Mosca con i propri corrispondenti o con i propri inviati”.
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"I corrispondenti esteri della Rai - prosegue ancora la nota - esprimono piena solidarietà al collega Marc Innaro e a tutti i colleghi fatti oggetto di critiche pretestuose da settori della politica e dell’editoria. Auspicano che la Rai non ceda a pressioni improprie provenienti dall'esterno. Chiedono che i vertici aziendali tutelino il buon nome dei propri dipendenti e che al più presto la Rai riprenda a informare dalla Russia con i suoi corrispondenti della sede di Mosca, osservatorio strategico con non mai in questo momento storico, e con i suoi inviati sul campo”.
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