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Coronavirus, Trump confessa: sapevo del pericolo. La verità nel libro di Bob Woodward

Giada Oricchio
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Donald Trump era consapevole della pericolosità del Coronavirus ma non ha fatto niente. Sul capo del Presidente degli Stati Uniti si abbatte una bufera senza precedenti per mano di Bob Woodward, il giornalista del Watergate. La CNN ha diffuso le prime anticipazioni di "Rate", il nuovo libro di Woodward e il miliardario, nonché Presidente USA, ne esce a pezzi: per l'ex capo del Pentagono James Mattis è "pericoloso" e "inadatto" ad essere il commander in chief; per l'ex capo della National Intelligence Dan Coat "continua a coltivare la segreta convinzione, benchè non supportata da prove di intelligence, che Putin abbia qualcosa su Trump. Come altro spiegare il comportamento del presidente?".

Ma a suscitare scalpore è la confessione di Trump al giornalista in merito alla gravità del Covid-19. Il 7 febbraio 2020, prima che si registrassero delle vittime, il magnate gli ha confidato: "Questa è roba mortale, trasmissibile per via aerea e fortemente contagiosa. È cinque volte più mortale dell'influenza".  Ammissioni in netto contrasto con le dichiarazioni pubbliche tese a sminuire la forza del virus. Il 19 marzo, pochi giorni prima di decretare l'emergenza nazionale, Trump ha ribadito a Woodward di aver mentito perché il compito di un presidente è "mantenere il nostro Paese al sicuro.  Volevo sempre minimizzare. E preferisco ancora sminuire, perché non voglio creare panico". Immediata la reazione di Joe Biden, lo sfidante alla Casa Bianca, alle rivelazioni: "Non ha fatto il suo lavoro, di proposito. È stato un tradimento gravissimo del popolo americano. Questo è spregevole, un inadempimento del proprio dovere. È una vergogna. Trump è inadatto al proprio compito". Ma il virologo Anthony Fauci, membro della task force sul Coronavirus, lo ha difeso: "Trump non ha distorto la realtà della pandemia. Concordo sulla necessità di non innescare il panico". 

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