Ritrovata a New York la testa dell'imperatore Settimio Severo in vendita per mezzo milione di dollari
L'imperatore Settimo Severo aveva perso la testa. A distanza di 35 anni, la scultura trafugata dal sito archeologico di Santa Maria Capua Vetere è stata ritrovata a New York pronta per essere venduta all'asta a mezzo milione di dollari.
Settimio Severo non è fra gli imperatori romani più ricordati. Eppure, nei vent’anni scarsi in cui fu in carica, dal 193 dopo Cristo alla sua morte, trasformò una reggenza per conto del Senato in un comando vero e proprio, fondato sull’investitura militare ricevuta dalle legioni. Originario di Leptis Magna, nell’odierna Libia, mutuò dall’oriente ellenistico la sacralità della propria figura, imponendosi come dominus ma anche come deus. Un personaggio del genere sarebbe dunque felice di sapere che la sua testa, a distanza di tanti secoli, è quotata ben mezzo milione di dollari.
È stato il Reparto Operativo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale a scoprirlo, individuando negli Stati Uniti d’America il prestigioso reperto archeologico trafugato dall’Italia. La testa in marmo dell’imperatore, risalente al suo periodo, era stata asportata nel corso di una rapina a mano armata commessa nel 1985 presso l’Antiquarium dell’Anfiteatro Campano a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), che coincide con l’antica Capua, dove si trova anche un interessante Museo dei Gladiatori.
La scultura era in vendita presso una nota casa d’aste di New York, con una stima tra i 400.000 e i 600.000 dollari. In seguito alla segnalazione e alle inconfutabili evidenze fornite dal Reparto Operativo TPC, attraverso il canale Interpol, è stata posta sotto sequestro dall’autorità giudiziaria statunitense, il New York County District Attorney’s Office. Con il capo della Antiquities Trafficking Unit, Matthew Bogdanos, è incardinata infatti da molto tempo una proficua collaborazione.
Le attuali restrizioni dovute alla presenza del Coronavirus non consentono di rimpatriare subito il bene, che sarà restituito all’Italia e riportato a casa non appena possibile.