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Piove sul bagnato per Trump: sei membri dello staff positivi al Covid-19

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Sei membri dello staff di Donald Trump che lavorano al comizio che il presidente terrà stasera a Tulsa, in Oklahoma, sono risultati positivi al coronavirus. Lo ha reso noto la campagna di Trump, secondo quanto riferisce la Cnn. «Secondo i protocolli di sicurezza, lo staff della campagna è testato per COVID-19 prima degli eventi. Sei membri del team hanno dato esito positivo su centinaia di test eseguiti e sono state immediatamente implementate le procedure di quarantena», si legge in una nota riportata dalla Cnn.

Proprio nel giorno in cui Trump sperava di dare nuovo slancio alla sua campagna elettorale per le presidenziali con il primo comizio dopo l’emergenza coronavirus a Tulsa, in Oklahoma, altre nuove tegole si sono abbattute su di lui. Il giudice federale Royce Lamberth ha deciso che l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton può andare avanti nella pubblicazione del suo libro "The Room Where It Happened: A White House Memoir", che l’amministrazione Trump ha cercato di bloccare sostenendo di essere preoccupata per la diffusione di informazioni classificate. L’uscita è prevista per martedì.

Il libro dipinge un ritratto poco lusinghiero del processo decisionale di politica estera di Trump durante il turbolento anno e mezzo che Bolton ha trascorso alla Casa Bianca. Il giudice ha però chiarito anche le sue preoccupazioni sul fatto che Bolton abbia «giocato d’azzardo con la sicurezza nazionale degli Stati Uniti», evitando la revisione pre-pubblicazione volta a impedire ai funzionari del governo di svelare segreti nelle memorie che pubblicano. Ma con 200mila copie già distribuite ai rivenditori in tutto il paese, tentare di bloccarne l’uscita sarebbe inutile, ha scritto il giudice: «Il danno è fatto. Non è possibile ripristinare lo status quo».

Trump ha reagito a muso duro. «John Bolton, che era fallito fino a quando non gli ho dato una possibilità io, ha infranto la legge rilasciando informazioni classificate (in quantità enormi). Deve pagare un prezzo molto alto per questo, come altri prima di lui», l’affondo su Twitter, «gli piace lanciare bombe sulle persone e ucciderle. Ora avrà bombe su di sè!». La versione del tycoon è che si tratti di una «grande vittoria in tribunale contro Bolton. Ovviamente, con il libro già distribuito e diffuso a molte persone e ai media, nulla avrebbe potuto fare il giudice».
Un’altra grana riguarda il procuratore di New York Geoffrey Berman, che ha supervisionato i principali procedimenti giudiziari contro persone vicine a Trump e un’indagine sul suo avvocato personale Rudy Giulani.

Il Dipartimento di Giustizia ha reso nota la rimozione di Berman, e la Casa Bianca ha annunciato la nomina al suo posto del presidente della Sec, ente di vigilanza della Borsa, che non ha esperienza come procuratore federale. Nel frattempo, il procuratore del New Jersey Craig Carpenito assumerà temporaneamente la carica dal 3 luglio. Ma Berman ha replicato che le sue indagini in corso continueranno: «Non mi sono dimesso e non ho intenzione di dimettermi». I democratici sono andati all’attacco del ministro della Giustizia William Barr, «che ha ripetutamente interferito nelle indagini penali per conto di Trump», ha scritto su Twitter il presidente della commissione Giustizia della Camera, Jerry Nadler, annunciando di voler invitare Berman a testimoniare.

Come se non bastasse, è emerso un nuovo caso di violenza contro un afroamericano, proprio a Tulsa, dove sono arrivati in decine di migliaia per il comizio di Trump, nonostante i timori per un’impennata della diffusione del coronavirus. Carlos Carson, 36enne padre di tre figli, è stato ucciso da una guardia privata in servizio in un motel, Christopher Straigh, ex poliziotto bianco con accuse di razzismo. Carson aveva protestato per aver trovato l’auto danneggiata. I filmati di sorveglianza mostrano l’agente spruzzare spray urticante contro Carson; dopo che quest’ultimo ha reagito, Straight gli ha sparato in testa, uccidendolo.

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